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Cronaca Farra di Soligo

Aggredì il titolare con una motosega, operaio marocchino espulso

Il 30enne, arrestato per quell'episodio avvenuto nel gennaio scorso presso la segheria "Mantese" di Col San Martino, era ai domiciliari a Gemonio (Varese). Negli ultimi due anni si era reso protagonista di vari episodi di violenza per cui era finito nei guai

Si trovava agli arresti domiciliari a Gemonio, in provincia di Varese, per scontare una pena di sei mesi di reclusione, inflittagli dal tribunale di Treviso per aver aggredito, lo scorso 30 gennaio, i colleghi di lavoro ed il titolare di una segheria di Col San Martino a colpi di motosega e con un trapano, danneggiando anche alcuni mezzi presenti in azienda. Nei giorni scorsi i carabinieri di Treviso e di Cuvio (Varese) e le Questure di Varese e Treviso hanno eseguito l'espulsione dal territorio nazionale del protagonista di questo e altri episodi di violenza: si tratta di Mohammed Naouri, marocchino di 30 anni.

I precedenti

Il 26 novembre 2019, presso un’azienda di spedizioni di Casale sul Sile, si rendeva responsabile di un’aggressione ai danni di un connazionale cagionandogli lesioni refertate dai sanitari con una prognosi di 3 giorni. Successivamente ha afferrato da un bancale alcune bottiglie di vino che ha scaraventato contro la vetrata degli uffici e con i cocci ha minacciato altri colleghi intervenuti per farlo desistere dal suo intento.

Il 6 dicembre 2019, presso un centro commerciale di San Fior ha aggredito un commesso e veniva pertanto denunciato per il reato di  lesioni personali.

Il 30 gennaio 2020, a Farra di Soligo, è stato tratto in arresto dalla stazione dei carabinieri di Col San Martino per i reati di resistenza, oltraggio a Pubblico Ufficiale, lesioni personali aggravate plurime, danneggiamento aggravato e minaccia aggravata in quanto aveva tentato invano di accendere una motosega per colpire il titolare ed un suo famigliare, Giovanni e Mirko Mantese, e i dipendenti di una falegnameria di Farra di Soligo e con un palo aveva danneggiato due auto aziendali.

Gli accertamenti dei carabinieri e l'espulsione

Le successive attività svolte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Treviso permettevano di accertare che lo stesso aveva evidenziato comportamenti tali da farlo ritenere incline alla commissione di gravi reati contro la sicurezza pubblica e pertanto lo proponevano per l’adozione di un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale, poi accolto. Il giudice del Tribunale di Treviso, durante l’udienza di patteggiamento tenutasi il 22 giugno scorso, ha applicato la pena di 6 mesi di reclusione al cui termine veniva eseguita la misura del suo allontanamento. I carabinieri di Cuvio, dopo la scarcerazione, lo hanno accompagnato presso il Centro per i Rimpatri di Torino, da dove verrà rimpatriato al suo paese di origine.

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