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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Mogliano Veneto

Coppia di ventenni nel caos di Piazza San Carlo: "Abbiamo visto la morte in faccia"

Il veneziano Mattia Bellato e la trevigiana Michela Molin Pradel si trovavano a Torino per assistere alla finale di Champions League in Piazza San Carlo. Una serata infernale

MOGLIANO VENETO Tra le migliaia di persone rimaste coinvolte nell'incredibile caos scoppiato sabato sera in Piazza San Carlo a Torino, durante la finale di Champions League, c'erano anche tantissimi veneti. 

Centinaia di ragazzi arrivati a Torino spinti dalla passione per la loro squadra del cuore, in una serata che avrebbe dovuto essere all'insegna dei festeggiamenti e della spensieratezza ma che è finita per trasformarsi in un vero e proprio incubo a occhi aperti. Mattia Bellato, ventisettenne residente a Marcon, si trovava in mezzo alla folla bianconera insieme alla sua fidanzata Michela Molin Pradel (25 anni, originaria di Mogliano Veneto) quando il cedimento di un parapetto della metropolitana ha fatto scattare il panico più assoluto tra i tifosi. Tre ondate di folla impazzita si sono riversate contro i due fidanzati. "E' stato orribile, ho visto la morte in faccia" dichiara Bellato. Nel caos del momento il ragazzo ha perso di vista la sua compagna. Dopo essere uscito a cercarla il giovane è tornato sul luogo in cui si trovava prima dell'inizio dell'allarme, ma di Michela non vi era nessuna traccia. Intorno al giovane uno scenario apocalittico: sangue ovunque, persone a terra, genitori alla disperata ricerca dei propri figli. Alla fine, dopo una serie di interminabili minuti e grazie a una telefonata provvidenziale, i due giovani fidanzati si sono ritrovati. Lei aveva trovato riparo all'interno del ristorante del Cambio, mettendosi in salvo dalla folla in fuga. Inutile dire che per loro sarà impossibile dimenticare una simile esperienza: "Quando siamo tornati al nostro Bed&Breakfast la nottata è stata terribile, ci alzavamo dal letto in continuazione avendo sempre in mente la scena dell' ondata che avanzava, le sirene che suonavano, la gente che urlava. Un vero e proprio incubo".

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