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Cronaca

Furti e traffico di cocaina: banda albanese sgominata dai carabinieri

Sette arresti durante l'indagine, altre nove persone sono ora in carcere: all'alba il blitz dei militari di Venezia. Il gruppo di malviventi aveva colpito anche nella Marca

TREVISO Un'organizzazione criminale albanese dedita a furti e traffico di cocaina nel nord Italia e in Germania: i carabinieri sono stati impegnati all'alba di martedì in un blitz che ha coinvolto varie province e a cui hanno partecipato 150 uomini, 50 automezzi, un elicottero (segnalato alle 5 di mattina in cielo a Mestre) e varie unità cinofile antidroga. L'operazione ha interessato il Veneziano, il Padovano, il Trevigiano, il Veronese e il Torinese. Una raffica di arresti che hanno costituito un colpo pesante nei confronti di una banda strutturata e organizzata. Avevano iniziato con i furti in abitazione, per poi specializzarsi soprattutto in traffico di cocaina. Importata dall'Olanda.

A partire dal 2014 sono almeno una ventina i furti di cui la banda è ritenuta responsabile (ma si sta indagando su altrettanti episodi), mentre sono sette gli arresti in flagranza operati nelle varie fasi precedenti al blitz. Altri nove quelli scattati all'alba di martedì. I componenti veneziani del gruppo gravitavano tra Marghera, Salzano, Zianigo di Mirano e Venezia. Il sodalizio era ben strutturato, ogni componente aveva il proprio ruolo nell'esecuzione dei colpi: i banditi selezionavano con attenzione gli obiettivi, effettuavano sopralluoghi, portavano a termine i furti e infine si spartivano il bottino. È stato scoperto inoltre uno dei canali di ricettazione attraverso cui i malviventi smerciavano parte della refurtiva, ovvero due attività "compro oro" in zona Mestre. Ben più redditizio, però, era il traffico di droga: in tutto i carabinieri hanno sequestrato quasi dieci chili di cocaina. Carabinieri di Venezia sgominano una banda albanese dedita a furti, rapini e traffico di droga.

L'inchiesta inizia il 12 febbraio 2014, quando il nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri di Venezia individua, tramite il monitoraggio di alcuni personaggi sospetti, i primi compenenti di quella che poi si sarebbe rivelata un'organizzazione più complessa del previsto. Durante un colpo in abitazione a Noventa di Piave, infatti, uno dei leader del gruppo nella fuga salta una recinzione di un giardino. Non si accorge però che davanti a lui c'è un salto di circa tre metri. Impossibile non riportare traumi. Per questo subito i militari hanno iniziato a raccogliere informazioni su chi avesse raggiunto i pronto soccorso della zona. Effettivamente salta fuori che un cittadino albanese aveva raggiunto l'ospedale Ca' Foncello di Treviso per la frattura di entrambi i talloni. Traumi che determinarono una prognosi di 90 giorni e che ancora adesso causano problemi all'arrestato. I carabinieri fanno due più due e iniziano a far luce sui contatti di questa persona. Sopralluoghi e pedinamenti permettono di acquisire i primi elementi, dopodiché scattano anche le intercettazioni telefoniche. E il quadro si fa sempre più chiaro.

Il 2 dicembre 2014, finiscono in arresto in flagranza di reato E.K., K.P. e H.K., responsabili di un furto in un'abitazione di Villorba (Treviso). Le indagini proseguono e consentono di documentare il progressivo passaggio dei malviventi dai reati predatori a quelli di spaccio, canale attraverso cui i criminali reinvestono i soldi provenienti dai furti.. L'importazione della cocaina avviene tra l'altro da Olanda e Germania, paesi in cui la banda non manca di unire il nuovo "business" ai reati "tradizionali", mettendo a segno diversi furti in abitazione. Il 25 ottobre 2014 i carabinieri di Venezia danno un contributo fondamentale alla polizia tedesca per arrivare all'arresto di uno degli indagati, A.G.: quest'ultimo muore pochi mesi dopo, nel gennaio del 2015, investito in autostrada mentre tentava di scappare a piedi dalla polizia teutonica dopo l'ennesimo furto in abitazione vicino a Colonia.

Un altro arresto avviene il 27 febbraio 2015, quando a San Biagio di Callalta viene colta in flagrante Z.V., trovata in possesso di due chili di cocaina e una pistola semiautomatica rubata a Novara, una Tanfoglio. Aveva nascosto lo stupefacente nel cestello della lavatrice. Per gli stessi fatti viene applicato il fermo di indiziato di delitto nei confronti di F.M. e Q.A., fermati all'aeroporto Marco Polo mentre cercavano di fuggire dall'Italia con 20mila euro in contanti. Il 14 aprile 2015 finisce invece in arresto a Marghera Z.M., trovato in possesso di quasi sette chili di cocaina: in auto con lui c'è A.M., che ha addosso 5mila euro in contanti. Viene denunciato a piede libero. Il 17 aprile le manette scattano per F.S., rintracciato e catturato a Spinea per reati di spaccio.

Altre otto denunce sono toccate ad altrettante persone collegate a vario titolo al sodalizio criminale: tra questi, per ricettazione, i titolari dei due compro oro infedeli. Le donne arrestate del gruppo avevano il compito di custodire la cocaina, le due denunciate, invece, di raccogliere i monili in oro trafugati nelle abitazioni (obiettivo privilegiato del gruppo) e monetizzare il tutto. Gli arrestati devono rispondere di associazione per delinquere dedita a furti e rapine e traffico internazionale di stupefacenti. Al termine delle operazioni sono state sequestrate anche due pistole: quella di San Biagio di Callalta e un'arma Tokarev con munizioni di calibro 7.62, rinvenuta durante la raffica di arresti all'alba.

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