rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Giavera del Montello

Aggressione inviati delle Iene: una "body cam" ha ripreso tutta la scena

Si è svolta oggi la seconda udienza del processo che vede alla sbarra padre e figlio, di 68 e 45 anni, accusati di aver pestato, nel maggio del 2019, Enrico Maria Didoni e Michele Cordaro giunti a Giavera del Montello per un servizio su alcune presunte truffe di cui i due uomini si sarebbero resi responsabili. La scena peraltro sarebbe stata immortalata da una telecamerina che aveva addosso uno dei due malcapitati

«Sono stati almeno 15 minuti terribili: appena abbiamo estratto la telecamera sono partiti calci e pugni, l'operatore (che è anche uno degli autori della trasmissione) è finito a terra. Chiaramente volevano l'apparecchiatura e soprattutto la scheda, dentro alla quale, tra l'altro, vi erano registrate tutte le interviste che avevamo fatto alle presunte vittime di quella che sembrava una truffa». Oggi, 5 giugno, Enrico Maria Didoni e Michele Cordaro hanno deposto in aula nel processo scaturito da una loro denuncia ai danni di C.Z e M.Z., padre e figlio di 68 e 45 anni, residenti il primo a Susegana e il secondo a Giavera del Montello, erano accusati di danneggiamento e percosse ai danni degli inviati del programma televisivo "Le Iene". Il pubblico ministero Massimo De Bortoli ha integrato il capo di imputazione inserendovi anche la rapina aggravata, compiuta da più persone e con l'uso della violenza, e che avrebbe avuto come "oggetto" proprio la videocamera, del valore di qualche migliaio di euro, sottratta ai danni e restituita soltanto quando era stata resa inutilizzabile. Ma questa non è stata l'unica novità di oggi: nel corso delle deposizioni é emerso che Didoni aveva con sé al momento di fare l'intervista, una bodycam funzionante che avrebbe ripreso tutta la scena dell'aggressione. Il contenuto sarà depositato agli atti e forse già il 18 gennaio del 2024, data in cui il procedimento è stato aggiornato, verrà chiesto che il contenuto venga visionato in aula.

La vicenda si era svolta a Giavera il 9 maggio del 2019. Nel pomeriggio di quella giornata Enrico Maria Didoni e Michele Cordaro, questi i nomi dei due operatori dell'informazione televisiva, si erano recati presso una trattoria per una intervista a C.Z., che avrebbe dovuto dare la propria versione dei fatti su delle presunte attività, connesse alla degustazioni di alcolici, in cui si sarebbero verificate delle presunte inadempienze contrattuali. Didoni e Cordaro non hanno però svelato la loro reale identità fino quando C.Z, alla domanda su cosa ne pensasse se gli fosse stato richiesto un evento e poi non fosse stato saldato il dovuto. Quando il 68enne ha risposto che "bisognava pagare", Didoni avrebbe fatto uscire da uno zaino una telecamere accendendola mentre Cordaro si sarebbe aperto l'impermeabile a avrebbe impugnato il microfono.

C.Z. avrebbe allora chiamato il figlio, che si trovava in un ufficio che stava dietro al ristorante, ed insieme si sarebbero letteralmente gettati contro i giornalisti, chiudendo la porta dietro di loro e tendendoli segregati. Nel corso della colluttazione, secondo la denuncia sporta dalle due "Iene", la troupe televisiva avrebbe chiesto di uscire dalla stanza in cui era stata rinchiusa. Non riuscendoci Didoni, che era a terra con la mano destra sanguinante e Cordaro, che è stato colpito alla nuca con il "gelato" del microfono, avrebbero anche tentato ripetutamente di chiamare i carabinieri.

Alla fine della bagarre (il servizio sull'organizzatore di degustazioni non è peraltro mai andato in onda), sono arrivati i militari dell'Arma e i due inviati si sono riappropriati del microfono, che sarebbe stato prima dato in testa a uno degli giornalisti, oltre che tornare in possesso della telecamere, priva però dei supporti di memoria.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Aggressione inviati delle Iene: una "body cam" ha ripreso tutta la scena

TrevisoToday è in caricamento