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Cronaca

Gigolò ad appena 16 anni per uomini facoltosi: quattro suoi clienti finiscono a processo

Tutti accusati di prostituzione minorile, verranno giudicati dal Tribunale di Treviso: un quinto cliente ha chiuso i conti con la giustizia rimediando una condanna a 4 mesi

TREVISO Aveva appena 16 anni quando vendeva il proprio corpo offrendo incontri di sesso a pagamento su internet. Ora, a distanza di quattro anni dai fatti, quattro dei suoi clienti sono finiti a processo per rispondere dell'accusa di prostituzione minorile. Dopo che uno aveva già chiuso i conti con la giustizia scegliendo di essere giudicato con rito abbreviato, rimediando una pena di quattro mesi di reclusione e ottenendone la sospensione condizionale, per gli altri quattro imputati, difesi dagli avvocati Fabio Crea, Italo Albanese, Fabio Pavone e Piergiorgio Oss, si è aperto il procedimento penale di fronte ai giudici del Tribunale di Treviso.

La vittima si è invece costituita parte civile con l'avvocato Silvia Agazzi di Bergamo, depositando una richiesta danni congrua rispetto a quanto avrebbe subìto. Le difese sono tutte concordi nel poter dimostrare l'innocenza dei propri assistiti: tutti hanno sempre sostenuto di non aver mai saputo che quel ragazzo fosse minorenne, visto che con il fisico già scolpito e formato e con la barba lunga avrebbe dimostrato molti più anni di quelli che aveva in realtà.

A portare alla luce la vicenda era stata, nell'inverno del 2012, la madre del giovane. Controllando il suo telefono cellulare, aveva scoperto una lunga serie di chat in cui il figlio parlava di incontri a sfondo sessuale e di denaro con dei numeri sconosciuti. La donna aveva così deciso di denunciare tutto alla Polizia che aveva avviato le indagini risalendo all'attività extrascolastica del 16enne. Sul sito bakecaincontri.it il ragazzo infatti si pubblicizzava per incontrare indistintamente donne e uomini per momenti a luci rosse particolarmente piccanti, spacciandosi per un 23enne.

L'inchiesta della Procura di Venezia aveva col tempo portato a individuare cinque uomini che sarebbero stati, tra la primavera e l'inverno del 2012, clienti abituali del 16enne. Era stato lo stesso ragazzo a confermare di aver avuto degli incontri di sesso a pagamento con quegli uomini, specificando però di aver detto loro di avere 23 anni. Gli inquirenti, analizzati gli atti a disposizione, avevano chiuso l'indagine chiedendo l'archiviazione delle posizioni dei cinque indagati ma il gup di Venezia, giudicando fondata l'ipotesi di reato di prostituzione minorile, aveva disposto l'imputazione coatta spedendo gli atti a Treviso per processare i cinque clienti del 16enne.  

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