Debito non saldato: imprenditore edile vittoriese vittima di una spedizione punitiva

VITTORIO VENETO Imprenditore vittoriese vittima di un pestaggio in piena regola per un regolamento di conti. E' l'accusa che ha spedito di fronte al gup Silvio Maras cinque persone, tutte chiamate a rispondere a vario titolo di lesioni personali e rapina aggravata. Il “mandante” del recupero crediti finito male se l'è cavata con un patteggiamento a un anno di reclusione, pena sospesa. Il reclutatore e i tre esecutori materiali della spedizione punitiva sono invece stati rinviati a giudizio.

Secondo le indagini della Procura di Treviso alla base dell'agguato ci sarebbe stato un debito non saldato di circa 6 mila euro per alcuni lavori edili. I fatti contestati risalgono al 19 luglio 2013 quando il mandante avrebbe incaricato un amico di assoldare alcune persone capaci di convincere, con le buone o con le cattive, l'imprenditore vittoriese a sanare il presunto debito.

I tre esecutori, tutti di origini brindisine, avrebbero atteso la vittima alla quale avevano dato un appuntamento per poi prenderlo a calci, pugni e schiaffi procurandogli ferite giudicate guaribili in poco meno di 40 giorni di prognosi. Dopo aver usato le maniere forti, lo avrebbero anche rapinato del borsello che conteneva 6 mila euro in contanti e 20 mila dinari serbi, circa 160 euro.

L'uomo, soccorso e portato in ospedale, aveva subito sporto denuncia permettendo ai carabinieri di arrestare il giorno successivo due dei tre esecutori materiali del blitz punitivo. Le indagini, nelle settimane seguenti, avevano infine portato all'individuazione di tutti e cinque i presunti responsabili dell'agguato.