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Incidenti stradali Pieve del Grappa / Via Vittorio Veneto

Parla l'investitore di Miriam: «Non ho preso droghe prima dell'incidente»

Alessandro Giovanardi si trova da ieri recluso nel carcere di Treviso. Il giovane, che non sa darsi pace per aver travolto e ucciso la studentessa 22enne, esclude in maniera categorica di aver fatto uso di marijuana la sera che ha preceduto i tragici fatti. L'udienza di convalida è stata fissata per domani, 3 novembre, nel corso della mattinata

«Non l'ho proprio vista, ho sentito il botto sulla carrozzeria e poi ho iniziato la frenata. Avevo bevuto ma non in maniera smodata. La marijuana? L'altra sera non ho fumato, ero a una festa dove c'erano anche famiglie insieme a bambini». Alessandro Giovanardi si trova dietro la sbarre del carcere di Santa Bona da ieri mattina. E' lui l'automobilista che all'alba del 1 novembre ha investito e ucciso la studentessa 22ebbe Miriam Ciobanu, lungo via Vittorio Veneto a Pieve del Grappa. La giovane, che aveva passato la serata in pizzeria con il fidanzato e il fratello di questo, aveva anche telefonato al padre annunciandogli l'intenzione di restare fuori a dormire: poi il litigio con il suo ragazzo e la decisione fatale di tornare a casa a piedi.

Alessandro, 23enne di San Zenone degli Ezzelini, non riesce a darsi pace. «Sono stato a trovarlo stamattina in carcere - dice l'avvocato Luca Milano, che con la collega Greta Gusi (entrambi del Foro di Vicenza) sono i difensori del giovane - è molto scosso, molto provato. Continua a pensare agli istanti tragici dell'incidente e non sa darsi pace».

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Intorno alle 4,30 del mattino Giovanardi stava facendo ritorno a casa dopo aver trascorso la serata a una festa privata. «Avevo bevuto qualche cosa, nulla di che, ma soprattutto non ho fumato "spinelli" - ha raccontato all'avvocato - il party era in una casa privata e vi prendevano parte persone di età diversa. C'erano anche delle famiglie con bambini». Insomma, pare di capire che si trattasse di una festa tranquilla e non di un "rave" di ragazzi. I residui di cannabinoidi trovati nel sangue sarebbero perciò, a suo dire, risalenti a molti giorni prima. «Non mi spiego - ha detto tra le lacrime - perché fosse lì, al centro della strada. Io non mi sentivo ubriaco anzi ero lucido. Quel tratto di strada è in discesa e a quell'ora non c'è nessuno, è facile che "scappi" la velocità. Nella zona non ci sono case e la ragazza è sbucata all'improvviso e io non l'ho proprio vista».

Certo è che la velocità dell'Audi A3 con alla guida il 23enne deve essere stata ben oltre il limite se, una volta udito il rumore dello schianto, il mezzo ha impiegato oltre 100 metri per fermarsi. Gli investigatori, in attesa che venga decisa una perizia cinematica, stimano che la macchina viaggiasse ad almeno 130 chilometri all'ora. A quella velocità l'impatto è stato tremendo, tanto che Miriam, la cui salma dovrà essere riconosciuta oggi pomeriggio dalla madre presso l'obitorio di Montebelluna, è stata identificata attraverso un tatuaggio che aveva su uno dei polsi e grazie ad un tesserino.

L'udienza di convalida dell'arresto e l'interrogatorio di garanzia si svolgeranno venerdì 4 o sabato 5 novembre. Alessandro Giovanardi, che sarà assistito da entrambi i legali, ha già deciso che risponderà alle domande del giudice per le indagini preliminari Cristian Vettoruzzo.

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