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Cronaca Paese

Insulta la giunta comunale su Facebook, 43enne condannato

I fatti risalgono al settembre del 2017. L'uomo aveva espresso i propri commenti al vetriolo nel gruppo Facebook "Sei di Paese se...". Oggetto del contendere era l'iscrizione del figlio al nido comunale

"Siete sterco". Era il 26 settembre del 2017 quando un 43enne di Paese (difeso dall'avvocato Paolo Bottoli) scriveva queste parole al vetriolo sulla bacheca della pagina Facebook "Sei di Paese se...", indirizzate a tutta la giunta comunale. Il motivo? All'uomo sarebbe arrivata una comunicazione dei servizi sociali dell'amministrazione in cui si diceva che, a causa dei problemi di salute della compagna, il Comune sarebbe stato disposto a far pagare la retta minima se il figlio della coppia si fosse iscritto al nido comunale.

I fatti

Il "leone da tastiera" avrebbe quindi disdetto l'iscrizione alla struttura privata salvo poi riceverre una comunicazione in cui lo si informava che la Giunta comunale non aveva accettato la richiesta. Il 43enne aveva diretto i suoi “insulti” nei confronti della Giunta, allora composta dal sindaco Francesco Pietrobon e dagli assessori Katia Uberti (attuale primo cittadino), Martino De Marchi, Maurizio Severin, Camillo Silvello e Federica Morao, che lo ha denunciato per diffamazione. Nei giorni scorsi  ha ricevuto un decreto penale di condanna, emesso dal giudice per le indagini preliminari Piera De Stefani, che, diminuita per il rito, è di 516 euro di multa. L'uomo aveva argomentato su Facebook che "il nido privato era favoloso e vicino a casa. Siete delle m..., non tanto per i 460 euro al mese ma per la figura fatta con le vecchie maestre e per il disagio che mio figlio è ora costretto ad affrontare a causa delle vostre belle parole e false illusioni, senza pensare alle conseguenze che portano".

Il commento

«Accettiamo - ha detto il sindaco di Paese rappresentato dall'avvocato Elisa Polesel - ogni tipo di critica ma questa tendenza all'insulto che si sviluppa all'interno delle dinamiche soprattutto nei social network è inaccettabile. Nel caso di specie sembra che sia stato commesso un sopruso quando invece c'erano delle regioni tecniche che avevano indotto la giunta a ratificare il diniego. Criticare è un diritto del cittadino, la denigrazione è l'insulto sono invece un'altra cosa». Non è la prima volta che il Comune di Paese ha presentato denuncia contro commenti al vetriolo apparsi su internet. Qualche tempo fa è toccato ad un uomo che, sempre su Facebook, aveva ventilato gli interessi privati di un membro della Giunta in un concorso per assunzioni. Una denuncia, sempre per diffamazione, è stata presentata nei confronti di un altro utente che aveva scritto come in Giunta ci fosse "odore di mazzette".

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