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Cronaca

Diffama i poliziotti su Instagram: «Insulti inaccettabili»

Continua a far discutere il video pubblicato da un giovane ragazzo marocchino fermato per un controllo dagli agenti della Questura trevigiana. Il consigliere regionale Villanova: «Diffamazione vile»

Agenti della Questura di Treviso diffamati da un giovane di origini marocchine e dalla sua fidanzata fermati per un controllo. Durante la perquisizione la giovane ha registrato un video pubblicato dal ragazzo su Instagram in cui diffama gli agenti in servizio e dice di essere stato picchiato da cinque poliziotti pur non avendo commesso nessun reato.

Le immagini hanno fatto in poche ore il giro dei social, sollevando decine di commenti e reazioni di vicinanza verso gli agenti della Questura trevigiana. «Non basta certo un video per denigrare uomini e donne delle forze dell'ordine che ogni giorno proteggono i cittadini. Noi andiamo orgogliosi dei nostri uomini in divisa e siamo certi che ogni accertamento dimostrerà le reali responsabilità di questa assurda vicenda» commenta Alberto Villanova, presidente dell’Intergruppo Lega – LV in consiglio regionale alimentando la polemica sul video del giovane arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.

«È bene spiegare, anche ai più giovani, alcune regole di base della nostra società: le forze di polizia si rispettano, e quando chiedono i documenti, devono essere loro forniti. Tanto più se si ha la coscienza pulita e non si è fatto nulla. Il video che è circolato sui social - sottolinea il consigliere - è solo l’ennesimo vile tentativo di diffamare il lavoro di agenti che vigilano sulla nostra sicurezza. Verranno svolte le verifiche del caso sulla dinamica di quanto è successo, da chi ha la competenza per farlo. Sono certo però che presto emergerà chi stava facendo il proprio dovere e chi invece ha oltraggiato le nostre Forze dell'ordine. Loro sono per noi un modello di cui andiamo fieri, sempre» conclude Villanova.

Il commento del sindaco

«Esprimo solidarietà agli agenti della polizia stradale, diffamati da un ragazzo fermato venerdì scorso ubriaco e con hashish sull’Alzaia e, come se non bastasse, insultati anche sul web. Fermare chi mette in pericolo la vita degli altri non è razzismo. È giustizia» conclude il primo cittadino di Treviso, Mario Conte.

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