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Cronaca

Ricostruito il cranio a un bambino di un anno al Ca' Foncello

Innovativo intervento, eseguito per la prima volta al Ca' Foncello, a un bimbo che aveva una malformazione cranica. Il piccolo è già stato dimesso

TREVISO La malformazione da cui era affetto, tecnicamente plagiocefalia, colpisce una persona su diecimila. Si tratta di una deformità cranica congenita dovuta a una prematura fusione della sutura coronale del cranio che comporta un accrescimento asimmetrico dello stesso cranio. Per la prima volta, però, all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso è stata eseguito un intervento chirurgico ricostruttivo che ha permesso di correggere la malformazione a un bambino. “Qualcosa di assolutamente innovativo” conferma il direttore generale dell’Usl 9 di Treviso Giorgio Roberti”

Il piccolo, che non ha nemmeno un anno, è stato operato in neurochirurgia, diretta da Pierluigi Longatti, in team con la chirurgia maxillo facciale diretta da Luca Guarda Nardini. L’intervento, eseguito da Marina Mazzucco, direttore dell’unità di neurochirurgia pediatrica, da Nardini e dall’anestesista Enrico Bosco, è durato cinque ore ed è stato effettuato con la tecnica del mirroring (fino ad oggi utilizzata per la rimodellazione di piccole  parti mancanti di zigomi o mascelle), che permette di ricostruire virtualmente la porzione patologica basandosi sul rilievo, tramite una Tac, della parte sana controlaterale.

Il bambino è stato dimesso dopo sei giorni dall’intervento, senza complicazioni nel decorso postoperatorio. E’ seguito dagli specialisti del Ca’ Foncello e in questi giorni sta godendo coi genitori le meritate vacanze. Quell’asimmetria causata dalla deformità cranica, può incidere sullo sviluppo di parti del cervello che, nei primi due anni di vita, raddoppia il volume. Ma la correzione della malformazione, al piccolo paziente assicura anche un contributo per superare problematiche psicologiche e relazionali, conseguenti all’aspetto che il volto avrebbe potuto assumere.

L’INTERVENTO “La tecnica del Mirroring o dello Specchio, nello specifico, partendo dai dati del cranio del paziente – spiega Nardini - ha reso possibile eseguire una ricostruzione tridimensionale dalla quale si è potuto riprodurre, grazie alla tecnologia CAD/CAM, la replica fedele del cranio del paziente consentendo di valutare le esatte alterazioni ossee e valutare l’esito previsto e, soprattutto, voluto dall’equipe medica”.  “Identificate le zone soggette a rimodellazione, le osteotomie, ovvero i tagli delle pareti superiori delle orbite, della regione temporale e di quella frontale, che, nella pratica corrente i chirurghi effettuano direttamente in sala operatoria – prosegue Nardini - in questo specifico caso, sono state tracciate e disegnate direttamente sulla replica della parte interessata. Successivamente acquisite, con una scansione ottica per poterle digitalizzare e utilizzare come linee guida, sempre al computer, sono stati riposizionati i singoli frammenti ossei ottenuti con una chirurgia virtuale che tiene conto delle conformazioni ideali per ottenere una valida simmetria del cranio. In sala operatoria, infine, è stata ripercorsa chirurgicamente tutta l’operazione pianificata in precedenza, supportata da dime di taglio e di fissaggio prodotte espressamente per questo caso oltre che dalle due riproduzioni in scala 1:1 del paziente. La posizione ideale dei segmenti ossei così ottenuta è poi stata stabilizzata mediante l’utilizzo di particolari placche e viti di acido polilattico che hanno la caratteristica di andare incontro a lento riassorbimento e quindi di permettere al cranio uno sviluppo non vincolato da interferenze di tipo meccanico”.

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