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Cronaca Montebelluna / Via Groppa

Investimento di via Groppa: pena ridotta ma accuse confermate per Gianluca Gallina

Il cementista 34enne di Biadene di Montebelluna è stato condannato dalla Corte d'Appello di Venezia a due anni e due mesi di reclusione per aver investito un vicino di casa

MONTEBELLUNA Confermate le accuse ma ridotta la pena. La Corte d'Appello di Venezia, riconoscendo le attenuanti generiche, ha limato dai tre anni e due mesi di reclusione del primo grado ai due anni e due mesi del secondo la condanna inflitta a Gianluca Gallina, cementista 34enne di Biadene finito a processo per lesioni volontarie aggravate per aver investito un vicino di casa.

Inizialmente indagato per tentato omicidio, il giovane puntava a dimostrare che il fatto contestato sarebbe stato soltanto un incidente. Difeso dall'avvocato Stefano Pietrobon, il 34enne ha già annunciato che presenterà ricorso in Cassazione: secondo la difesa infatti nella determinazione della pena ci sarebbe quanto meno un errore di calcolo.

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, Gallina al culmine di una lite con Mario Martignago, ex carrozziere di 62 anni di Montebelluna, sarebbe salito sulla sua Suzuki Vitara e avrebbe centrato volontariamente l'uomo. La difesa, nei motivi d'appello, sosteneva invece che una terza persona, che è stata sentita in aula confermando la versione dell'imputato, si sarebbe messa in mezzo alla strada e Gallina, per evitarla, avrebbe perso il controllo dell'auto finendo per investire Martignago.



Una ricostruzione dei fatti a cui sia il giudice di Treviso che quello di Venezia non ha creduto. Per la difesa infatti il reato da contestare al 34enne sarebbe dovuto essere quello di lesioni colpose, che prevede una pena di gran lunga inferiore rispetto a quella per cui il 34enne è stato condannato.

La vicenda risale al 26 marzo 2012 e si è consumata lungo via Groppa, a Montebelluna. La stessa sera il giovane era finito in manette perché accusato di tentato omicidio. Dopo un breve periodo di detenzione, aveva ottenuto gli arresti domiciliari prima di tornare completamente libero. Nel corso delle indagini, grazie a due perizie sulle ferite della vittima, l'accusa nei confronti del cementista era stata inoltre derubricata.

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