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Cronaca

Lavoro: flessibilità buona e opportunità per le imprese dal Jobs Act

Un incontro sul Jobs Act, la riforma del contratto di lavoro a tempo determinato ha evidenziato opportunità per le imprese e lavoratori.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

TREVISO - Si è tenuto ieri pomeriggio presso lo Studio Uplex di Treviso il seminario dal titolo: "La flessibilità buona: opportunità per le imprese e tutele per i lavoratori dal recente Jobs Act", dopo i saluti di Massimo Calaon, dottore commercialista, partner Uplex, sono intervenute i Maria Laura Dalla Giustina - avvocato e Marilena Zugno - consulente del lavoro, entrambe partner dello Studio UpLex. Nutrita la platea di imprenditori in sala, rappresentanti dei più svariati settori industriali, gdo, calcestruzzi, metalmeccanica e fashion, interessati ad approfondire le opportunità che il nuovo contratto a tempo determinato offre alle aziende in cerca di forza lavoro.

"Secondo i dati di Veneto Lavoro, in Regione, nei primi tre mesi del 2014, ci sono state circa 165mila assunzioni di cui solamente 24mila a tempo indeterminato - sottolinea Maria Laura Dalla Giustina, avvocato, partner Uplex - le altre 140mila assunzioni sono state a tempo determinato. In questo scenario la riforma del contratto di lavoro a tempo determinato ne favorirà ulteriormente l'utilizzo."

"Il nuovo contratto di lavoro a tempo determinato - osserva Marilena Zugno, consulente del lavoro, partner Uplex - rappresenta una opportunità sia per le imprese, sia per i lavoratori. Grazie alla durata massima di 3 anni, non solo può agevolare l'accesso o il reinserimento nel mondo del lavoro, ma anche permettere con maggiore serenità di valutare se esistono tutte le condizioni per consolidare il rapporto e passare al tempo indeterminato, sia per il datore di lavoro che per il lavoratore".

Novità rilevanti consistono nella mancanza di una causale e nella introduzione di alcuni limiti quantitativi nel numero di contratti a tempo determinato. Mentre il precedente contratto di lavoro a tempo determinato, richiedeva l'indicazione di una specifica esigenza per poter apporre un termine, il nuovo contratto non prevede vincoli dal punto di vista della motivazione. "L'assenza dell'obbligo di indicare una causale nel nuovo contratto di lavoro a tempo determinato - continua Maria Laura Dalla Giustina, avvocato, partner Uplex - avrà l'effetto di ridurre il contenzioso, rispetto al precedente contratto di lavoro a tempo determinato in cui molti contratti erano impugnati sulla base della legittimità della causale. Ora le aziende potranno fare un utilizzo più sereno dello strumento, valutandolo maggiormente in chiave di opportunità." Il limite quantitativo nell'utilizzo del nuovo contratto a tempo determinato, in linea generale, salvo specifiche deroghe previste dai CCNL è previsto nella misura del 20% della forza lavoro presente in azienda a tempo indeterminato, con la possibilità di avere comunque 1 lavoratore a tempo determinato per le aziende con meno di 5 dipendenti. A questo limite del 20% alcune deroghe sono già previste nei CCNL, ad esempio del Terziario (deroghe quantitative per singoli punti vendita); Edilizia (25%); Legno (25% ); Autotrasportatori (35%).

La durata massima del contratto è di 36 mesi complessivi che si possono raggiungere anche grazie all'utilizzo di proroghe (fino ad un massimo di 5) e di rinnovi, il cosiddetto stop&go, per cui è previsto, per rinnovare il medesimo contratto, un intervallo di 10gg se il contratto è inferiore ai 6 mesi o di 20 giorni se è superiore ai 6 mesi (stop&go). Altra novità consiste nel diritto di precedenza per le assunzioni a tempo indeterminato per cui il lavoratore che ha prestato attività per un periodo superiore a 6 mesi (anche con più contratti a termine nei limiti delle proroghe e rinnovi previsti) può esercitare un diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato effettuate entro i 12 mesi per le stesse mansioni. In caso di superamento dei limiti quantitativi previsti dalla legge scattano le sanzioni che sono proporzionali alla retribuzione ed al numero di contratti per cui si è verificata la violazione, e consistono nel 20% della retribuzione lorda per ciascun mese o frazione di supero se il numero dei lavoratori in eccedenza non è superiore a uno, oppure nel 50% se è superiore a uno. È prevista una sanzione amministrativa a carico dell'azienda, novità non presente nella precedente disciplina del contratto a tempo determinato.

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