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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Mareno di Piave

Intercettazioni inutilizzabili, banda di spacciatori presto potrebbe essere libera

Centro del traffico illecito di cocaina era il comune di Mareno di Piave. L'indagine, che si rifà a fatti accaduti nel 2014, è una costola di un inchiesta della Procura di Venezia su alcune rapine e armi

Tutto è partito da una indagine della Procura di Venezia, che stava investigando  su alcune rapine commesse nel territorio veneziano e su un traffico di armi. Alcune delle intercettazioni telefoniche che erano servite agli inquirenti per stanare la banda parlavano però di un vasto traffico di stupefacenti che aveva il suo centro a Mareno di Piave. Così era stato fatto uno stralcio e sei persone, tutte italiane,  sono finite nei guai per spaccio di cocaina. 

C'era il pesce grosso, che fungeva da rifornitore della "polvere bianca" e i "dettaglianti", che comperavano lo stupefacente per poi immetterlo nel mercato e rifornire i propri clienti. Ma di questa "costola" trevigiana dell'indagine sugli atti criminosi violenti commessi dalla banda è calata la mannaia del vizio procedurale. Oggi, 7 marzo, il giudice chiamato ad esprimersi sui mercanti di morte non ha potuto che riconoscere che gran parte delle intercettazioni (tranne due, considerate però di scarsa importanza) sono proceduralmente inutilizzabili. Così i sei, non tutti a dire il vero coinvolti nell'indagine veneziana, verranno probabilmente assolti alla prossimo udienza del processo, prevista per settembre.

I fatti risalgono al 2014. Le cessioni di cocaina di cui si parla, i cui proventi erano probabilmente utilizzati per la commissione di altri reati, avvenivano a Mareno e in  altri comuni dell'hinterland di Conegliano e coivolgevano una vasta clientela, composta per lo più da insospettabili. Le dosi andavano dalle decine alle centianaia di grammi di droga. 

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