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Cronaca Maserada sul Piave

Omicidio a Varago, la difesa di Elia rinuncia al Riesame

La decisione è stata presa dai due avvocati, Fabio Crea e Luigi Torrisi, che difendono il 18enne accusato dell'accoltellamento mortale del 17enne Aymen Adda Benameur, che sarebbe avvenuto al termine di una discussione per 50 grammi di hashish

Non ci sarà il Riesame su Elia Fiorindi, il 18enne che che l'11 maggio scorso, a Varago di Maserada, ha ucciso uno studente del Besta di Treviso, il 17enne Aymen Adda Benameur, sferrandogli due coltellate, all'addome e al costato sinistro, al termine di una discussione che aveva come oggetto la cessione di un panetto di hashish. I legali di Elia, gli avvocati Fabio Crea e Luigi Torrisi, hanno infatti rinunciato al passaggio di domani, 7 giugno, davanti ai giudici di Venezia in cui avrebbero chiesto che il ragazzo venisse messo agli arresti domiciliari con l'uso del braccialetto elettronico. «E' cambiata la strategia difensiva» dice laconicamente l'avvocato Torrisi, annunciando la mossa a sorpresa. Fiorindi quindi resterà in carcere dove si trova dal'11 maggio scorso, giorno in cui avrebbe ucciso "Alge". «Mancano alcuni elementi fondamentali - spiega l'avvocato Fabio Crea - a partire dal coltello che sarebbe stato impugnato dal 17enne al telefonino della vittima, che non è stato mai ritrovato. Ci riserviamo peraltro di presentare l'istanza per i domiciliari quando sarà trovata una collocazione adatta per Elia».

Il gip Marco Biagetti aveva inizialmente confermato la detenzione per il 18nne, scrivendo nell'ordinanza che Elia vivrebbe in un «contesto sociale degradato e privo di controlli efficaci, che non garantiscono dal pericolo di fuga determinato proprio da Fiorindi e dalla sua capacità a delinquere malgrado la giovane età». La sua pericolosità sociale si desumerebbe, malgrado il comportamento collaborativo tenuto subito dopo l'arresto, dal fatto di aver portato con sé un'arma (il coltello) potenzialmente in grado di causare lesioni personali ad altri, e da un atteggiamento "spregiudicato" che lo ha portato a cercare di guadagnarsi da vivere attraverso cessioni di stupefacente anche a minorenni. Inoltre, come sostenuto dal pubblico ministero Davide Romanelli, potrebbe essere vittima di ritorsioni da parte di soggetti che sarebbero vicine ad Aymen.

L'autopsia sul corpo del ragazzo 17enne ha rivelato che la coltellata, inferta dal presunto assassino al termine di quello che sarebbe stato un violento litigio a causa di circa 50 grammi di hashish, è penetrata nel corpo del ragazzo di origine algerina poco sotto l'ascella sinistra. Inferto con un coltello da cucina il fendente ha raggiunto il cuore, provocando una copiosa emorragia che ha lasciato in vita il ragazzo per non più di un minuto. Poi è arrivato il colpo all'addome, anche questo potenzialmente mortale.

Il particolare getterebbe un'ombra sulla tesi difensiva di Fiorindi. Al gip, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, Elia aveva detto di avere reagito ad un tentativo di rapina da parte dell'altro ragazzo, armato anche lui di una lama e che avrebbe cercato di ottenere la droga senza pagarla; dopo il duplice ferimento Fiorindi aveva detto che la vittima lo avrebbe inseguito per circa 30 metri e in quei frangenti pensò di non essere stato raggiunto perché Aymen avrebbe desistito, tanto da risultare poi sorpreso quando, al momento dell'arresto, i carabinieri gli avevano detto che il ragazzo era morto. Ma con il cuore "trafitto" il 17enne, secondo l'anatomopatologo, non avrebbe potuto camminare né tanto meno correre.

Sul corpo del ragazzo di origine algerina sono state riscontrate inoltre due ulteriori ferite, di cui una abbastanza profonda, all'altezza delle spalle in prossimità delle scapole. Per la difesa potrebbero confermare la tesi dello scontro fra i due giovani e quindi il risultato del post-mortem non sarebbe in contraddizione con quanto raccontato da Fiorindi. Per Luciano Meneghetti, legale della famiglia di Aymen Adda Benameur, sarebbero invece la prova della volontà omicidiaria del 18enne.

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