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Cronaca Conegliano

Legato al letto e sodomizzato con un palo di ferro: 15enne vittima del "branco"

L'episodio nel luglio del 2013 a Misurina all'interno dell'Istituto Pio X, i cui responsabili hanno dato il via all'indagine: "L’Opera Diocesana è parte lesa in questa vicenda, e non è stata oggetto di nessun provvedimento giudiziario, risultando totalmente estranea ai fatti"

MISURINA Legato al letto con lo skotch da pacchi, immobilizzato e vittima di pesantissimi abusi di tipo sessuale: in cinque, con un palo di ferro, lo avrebbero umiliato arrivando a sodomizzarlo con un palo di ferro. Un atto gravissimo, ideato e messo in pratica dal "branco". Questa la terribile esperienza che avrebbe vissuto, nel luglio del 2013, un coneglianese, all'epoca 15enne, ospite in quel periodo dell'istituto Pio XII di Misurina, centro convenzionato con il servizio sanitario nazionale per la cura dell'asma. I suoi aggressori, anche loro pazienti, sono cinque ragazzi, anche loro trevigiani: nei loro confronti, mercoledì, si è aperto un processo al Tribunale per i minori di Venezia. Nei guai anche A.S., 33 anni, vicentino di origine ma residente a Padova: l'uomo, all'epoca vigilante notturno presso la struttura, è accusato di concorso in violenza sessuale di gruppo e a suo carico si è aperto un processo presso il Tribunale di Belluno (ieri ammesse prove e testi, il processo vero e proprio comincerà il 10 ottobre ed il 5 dicembre). Secondo gli inquirenti il 33enne, intervenuto nella stanza in cui si stava consumando la violenza, non avrebbe messo fine all'abuso che si stava compiendo. Un "gioco erotico" che, si sospetta, avrebbe mietuto altre vittime, rimaste perà colpevolmente in silenzio. Nonostante la gravità dell'episodio il coneglianese ha rinunciato a costituirsi parte civile.

LA PRECISAZIONE DELL'ISTITUTO L’Opera Diocesana San Bernardo degli Uberti, proprietaria e gestore dell’Istituto Pio XII Onlus spiega: “I presunti episodi di bullismo risalenti all’estate del 2013, al vaglio della Magistratura, sono stati prontamente segnalati al Tribunale dei Minori di Venezia proprio dall'Opera Diocesana stessa, informata dal personale dipendente, consentendo così l’inizio delle indagini sfociate, oggi, nel procedimento penale riportato nel citato articolo. Inoltre, l’Opera Diocesana ha prontamente segnalato alle famiglie delle persone coinvolte la notizia del verificarsi dei presunti atti di bullismo oggi oggetto di procedimento penale, dandone sempre contestuale evidenza e comunicazione anche all’Autorità Giudiziaria competente. L’Opera Diocesana è parte lesa in questa vicenda, e non è stata oggetto di nessun provvedimento giudiziario, risultando totalmente estranea ai fatti. L’Opera Diocesana ha appreso solo oggi, a distanza di cinque anni, della conclusione delle indagini e dell’inizio del processo”.

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