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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Mogliano Veneto

Bimbo "sottratto" agli affidatari, chiesto il rinvio a giudizio per tre persone

Si tratta di Pasquale Borsellino, 60 anni, chiamato in causa come direttore dell'Uoc Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori Distretto Treviso Nord dell'Usl 2, Valerio Favaron, 65 anni, assistente sociale presso il servizio affido dell'Usl2 di Treviso e Valentina Castelli, 40 anni, psicologa al servizio affido dell'Usl 2. Per loro le accuse formulate dalla Procura di Treviso sono omessa denuncia e falsità ideologica

Non avrebbero comunicato nulla alla Procura in merito alla relazione firmata dalla suora che era la direttrice della scuola elementare frequentata dal bambino. E avrebbero dichiarato, secondo le indagini falsamente, che gli affidatari erano d'accordo con il trasferimento del bimbo in una comunità. Queste sono le accuse che vengono mosse a Pasquale Borsellino, 60 anni, chiamato in causa come direttore dell'Uoc Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori Distretto Treviso Nord dell'Usl 2, a Valerio Favaron, 65 anni, assistente sociale presso il servizio affido dell'Usl2 di Treviso e a Valentina Castelli, 40 anni, psicologa al servizio affido dell'Usl 2. Nei confronti dei tre il sostituto procuratore Mara De Donà, chiuse le indagini che hanno portato all'eliminazione della denuncia per violenza privata e la conseguente archiviazione delle posizioni di Anna Marton, 48 anni, psicologa al distretto sociale di Mogliano e della 41enne Chiara Zanella,  assistente sociale presso il distretto sociale moglianese, ha emesso la richiesta di rinvio a giudizio. L'udienza preliminare dovrà ora essere calendarizzata.

La storia riguarda un bambino di sette anni, affetto dalla sindrome Adhd, un disordine dello sviluppo neuro psichico caratterizzato da iperattività, impulsività, incapacità a concentrarsi e che si manifesta generalmente prima dei sette anni d'età, che un provvedimento del Tribunale dei minori di Venezia aveva stabilito lasciasse la famiglia - di Mogliano - cui era stato affidato per essere trasferito, mentre era in corso la procedura di adozione, in una comunità del coneglianese. All’origine della vicenda, emersa nel giugno del 2021, sarebbe un documento, redatto dalla suora che è anche la coordinatrice della scuola paritaria di Preganziol frequentata dal bimbo, secondo cui il piccolo sarebbe stato «vittima di violenze e percosse, umiliazioni con docce fredde, come punizione per avere fatto la pipì a letto» e avrebbe avuto i capelli strappati. Il medico dell’azienda sanitaria responsabile del caso aveva detto ai coniugi che «non ci sono più le condizioni perché stia con voi, adesso deve andare in comunità», aggiungendo che si sarebbero dimostrati poco protettivi nei confronti del ragazzino. Inoltre ci sarebbero state tutta una serie di segnalazioni che, nel caso in cui gli affidatari si fossero opposti al provvedimento, l’Usl si sarebbe vista costretta a "tirare fuori", mandando le carte in tribunale. 

Però nel decreto dei giudici non ci sarebbe il minimo accenno al rapporto di 22 pagine della suora. Proprio su quel "dossier" si è concentrata l'azione della Procura di Treviso che contesta a Borsellino, Favaron e Castelli, l'accusa di "omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale" per non aver trasmesso agli organismi preposti la relazione della suora nella quale i genitori affidatari venivano accusati di pesanti maltrattamenti nei confronti del piccolo. All'assistente sociale Favaron e alla psicologa Castelli viene contestata inoltre l'accusa di falso ideologico perché avrebbero sottoscritto una relazione, trasmessa al tribunale dei minori di Venezia a inizio giugno del 2021, nella quale attestavano che la coppia affidataria, pur non condividendo il progetto, s'era resa disponibile ad accompagnare il piccolo e a partecipare al suo inserimento nella nuova comunità.

I "genitori" affidatari, patrocinati dall'avvocato Giovanni Bonotto, hanno ricevuto nelle scorse settimane l'esito di una perizia sulla loro capacità e idoneità ad adottare il bambino: dall'esame, durato tutta l'estate, non sarebbe emerso alcunchè di negativo. Ora il parere è all'esame del Tribunale di Minori. La coppia ha inoltre denunciato la Presidente del Tribunale di Minori, la dottoressa Maria Teresa Rossi. Il reato ipotizzato è quello di diffamazione in relazione alle sue affermazioni durante la audizione presso la commissione parlamentare affidi.
 

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