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Cronaca Mogliano Veneto

Maltratta la moglie per venti anni, alla sbarra uno chef 60enne

Secondo le indagini della Procura l'uomo sarebbe stato accecato da una gelosia morbosa, durata sin dai primi tempi del matrimonio e protrattasi fino al 2021

Accecato da una gelosia morbosa, durata fin dai primi temi del matrimonio e protrattasi fino al 2021, ne ha fatte e soprattutto dette di tutti i colori. Lui, 60enne chef in un ristorante di lusso della Marca, è finito dietro le sbarre del carcere di Venezia dopo ripetute violazioni della misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare di Mogliano e il non avvicinamento alla parte offesa, che è la moglie, una 55enne  come lui di origine lucana.
Un comportamento che è stato confermato, nell'udienza che si è svolta oggi, mercoledì 3 novembre, e in cui è stato nominato un perito che avrà il compito di  trascrivere le parti in dialetto lucano delle registrazioni che avrebbe fatto la moglie, dal figlio del 60enne, che non si è fatto minimamente intimorire dal fatto che il padre abbia voluto essere presente.

I maltrattamenti, le vessazioni fisiche ma soprattutto psicologiche, sarebbero andati avanti per oltre 20 anni e sono venuti alla luce solo quando la donna, una volta trasferitasi nella Marca, ha scoperto che quella che aveva vissuto fino a quel momento non era la "normalità" di un matrimonio e si è decisa a denunciare. «Ti scuoio, ti ammazzo, ti cucino viva e ti mangio» le avrebbe detto lo chef, rincarando la dose con «ti lascio su una sedia a rotelle, cagna, strega e lorda, ti faccio vedere io, a te, tuo fratello e anche a tua madre».  Quando nacque il figlio, che era cianotico, le disse: «Ma quel figlio così scuro...ma l'hai fatto con un nero? Sei solo una poco di buono...». In più di una occasione avrebbe poi rovistato nella cesta della biancheria sporca, in cui diceva di sentire "l'odore di un altro maschio"

Secondo le accuse della Procura di Treviso il 60enne ad un certo punto avrebbe preso l'abitudine di dormire con un coltello a serramanico che avrebbe tenuto sotto il cuscino e nel corso delle notti avrebbe colpito a ripetizione le lenzuola, fingendo di accoltellare la moglie. Tutto conservato dalla donna, costituitasi come parte civile e che il suo legale, l'avvocato Antonella Picco, ha proceduto a produrre in aula. Il processo è stato rinviato al 22 dicembre.

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