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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Mogliano Veneto

Malore fatale in casa, morta l'imprenditrice Maria Chiara Gavioli

La donna, 47 anni, è stata trovava esanime dalla Colf nel primo pomeriggio di ieri, 19 gennaio, nella sua villa di Mogliano Veneto. Era stata rinviata a giudizio con il fratello Stefano a causa di alcuni reati fallimentari

E' stata trovata morta nella sua villa di via Morandi a Mogliano Veneto, stroncata da un malore improvviso che non le ha lasciato scampo. Maria Chiara Gavioli, imprenditrice di 47 anni, al centro per anni delle cronache giudiziarie con il fratello Stefano, a causa di alcune controversie legate al settore dei servizi ambientali. Il corpo senza vita della donna, madre di due figli, è stato trovato alla Colf ieri pomeriggio, 19 gennaio. A pochi passi dal corpo alcuni medicinali. Sul posto, oltre a medico e infermieri del Suem e ai carabinieri, è intervenuto anche il medico legale che non ha ravvisato segni che possano ricondurre ad altre cause che non siano quelle relative ad un malore. La donna soffriva infatti di problemi di salute.

Maria Chiara Gavioli era finita per essere invischiata nel 2012 nel crac della Enerambiente, la società gestita dal fratello Stefano, che gestiva la raccolta e il trasporto dei rifiuti a Napoli tra il 2010 e il 2011. La Gavioli era accusata di bancarotta per distrazione, finendo anche in carcere, ma nel luglio del 2012 il ricorso presentato al Tribunale del Riesame di Napoli da Fabio Crea, che era allora il suo avvocato, fu accolto e la donna riguadagnò la libertà.

«Ero nel cda a mia insaputa. Non ero nemmeno a conoscenza dell'esistenza di Enerambiente» disse al gip del capoluogo partenopeo, sottolineando di non essersi mai occupata di Enerambiente, di non aver mai utilizzato denaro della società e soprattutto di non aver mai distratto beni dalle casse dell'azienda di famiglia. In più, raccontando del rapporto conflittuale con il 64enne fratello Stefano, aveva sottolineato come il denaro da lei utilizzato era di proprietà personale derviante dalla sua attività di modella, e quando le spese da sostenere erano superiori alle sue possibilità chiedeva aiuto ai genitori.

Nel giugno del 2021 però il sostituto procuratore di Venezia (dove il processo venne trasferito per competenza territoriale) Roberto Terzo ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti della ex modella. Con lei veniva chiesto il processo anche per 20 persone, 19 delle quali accusate di bancarotta fraudolenta, tra cui appunto il fratello. Le accuse formulate dal pubblico ministero lagunare erano di distrazione, occultamento, dissipazione del patrimonio aziendale a danno dei creditori.

Enerambiente fallì con un passivo di 106 milioni. L'attività criminosa sarebbe avvenuta attraverso l'emissione di false fatture e la tenuta irregolare dei libri contabili. Ingenti somme sarebbero state utilizzate per spese personali e mutui di Stefano Gavioli, oppure per coprire debiti di altre società.

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