Presunte violenze e maltrattamenti, coppia affidataria perde il figlio
Il bambino, che ha oggi otto anni ed ha problemi di apprendimento, era con la famiglia da 4 anni. L'uomo e la donna sono accusati di aver maltrattato il piccolo, che ora è ospite di una comunità nel coneglianese
Violenze, maltrattamenti, umiliazioni per aver fatto la pipì a letto. Sono terribili le accuse scritte in 22 pagine di relazione scritta dalla suora coordinatrice di una scuola paritaria di Preganziol, che è terminata sul tavolo degli assistenti sociali della Uls 2 e che ha portato ad un provvedimento del Tribunale di Minori che ha deciso, lunedì 7 giugno, l'allontanamento dalla famiglia affidataria di un bambino di 8 anni, da 4 ospitato nel nucleo famigliare. Il piccolo è ora ospite di una struttura del coneglianese.
A denunciare la vicenda sono due moglianese, "padre" e la "madre" affidatari che, in una lettera aperta alle istituzioni, tra cui il presidente della Regione Luca Zaia, respingono sdegnosamente tutte le accuse, contestando apertamente apertamente l’operato dell’equipe affido dell’azienda sanitaria e minacciando di rivolgersi alla Procura.
«Un provvedimento che è una vera violenza - attacca Giovanni Bonotto, il legale ai cui la coppia, lui ex direttore di banca oggi promotore finanziario e lei casalinga, si è affidata per il caso - non ci sono stati neppure notificati gli atti, che abbiamo solo visto. Malgrado le indagini difensive non è stato neppure possibile risalire alla fonte che ha portato alla redazione del documento. Ma se si scoprisse che l’origine di tutto sono le dichiarazioni del bambino stesso va subito detto che il piccolo ha un grave deficit cognitivo, con un quoziente intellettivo particolarmente basso ed è facilmente suggestionabile. Tutti quelli che conoscono la famiglia dicono che si tratta di due persone per bene che, malgrado i molti problemi che l’affido del ragazzino comporta, non si sono tirate indietro, anzi».