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Cronaca Montebelluna

Muore a 23 anni schiacciato dal carico di una gru, il sindacato viene ammesso come parte civile

Mattia Battistetti fu vittima di un incidente sul lavoro accaduto in un cantiere edile di Montebelluna nell'aprile del 2021. Il gup Cristian Vettoruzzo ha accolto la costituzione di Cgil e Cisl «in quanto hanno infatti il ruolo di tutelare la sicurezza sui luoghi di lavoro  radicate nel territorio in cui sono avvenuti i fatti per cui si procede»

«C'è un interesse giuridicamente valido e degno di tutela anche in quello rappresentato dagli enti esponenziali, titolari dei valori di difesa di beni quali la vita, la salute e la sicurezza». E' un ordinanza per certi versi innovativa - in particolare considerata la novità introdotte dalla Legge Cartabia che tutela in via principale gli "interessi soggettivi" -  quella con cui il gup Cristian Vettoruzzo ha ammesso oggi, 3 marzo,  Cgil, Cils e l'associazione nazionale degli invalidi e dei mutilati sul lavoro come parti civili nel procedimento penale in cui si discute delle responsabilità per la morte di Mattia Battistetti, il giovane operaio di 23 anni deceduto in un tragico incidente sul lavoro accaduto nell'aprile del 2021 in un cantiere a Montebelluna, quando un carico di 15 quintali di materiale edile si staccò da una gru (che era in movimento sopra i lavoratori) e lo colpì alla schiena, lasciandolo senza vita. Ferito invece l'altro operaio, il kosovaro Arben Shukolli di 31 anni, che riportò ferite molto gravi ad una gamba

Questo l'esito della seconda udienza preliminare a carico di sei persone (si tratta di Andrea Gasparetto, 43 anni di Istrana, legale rappresentante della Altedil di Trevignano, l'azienda per cui lavorava Mattia, di Bruno Salvadori, 56 anni di Mogliano, legale rappresentate della Essebi, la ditta ha effettuato il montaggio della gru, di Loris Durante, 43 anni di Volpago, l'uomo che operava sul ponteggio mobile, di Gabriele Sernagiotto, 60 anni di Montebelluna, coordinatore della sicurezza del cantiere in fase esecutiva, di Gian Antonio Bordignon, 55enne di Volpago del Montello, che era il titolare del cantiere e responsabile dei lavori e Marco Rossi, 40 anni di Montebelluna, un dipendente della Bordignon, delegato per la sicurezza e responsabile del servizio prevenzione e protezione) accusate, a vario titolo, di omicidio colposo, lesioni colpose gravissime e inosservanza delle norme sulla sicurezza.

Vettoruzzo, nella sua ordinanza, stabilisce che «secondo quanto oramai è consolidato nella giurisprudenza di legittimità, la tutela risarcitoria nell'ambito del processo penale spetta agli enti esponenziali in quanto titolari di un diritto della personalità che è connesso al perseguimento delle finalità statutarie. Ciò significa che la pretesa civilistica dell'ente nell'ambito del giudizio penale sia collegata alla compromissione di un proprio interesse, senza che l'ente stesso abbia esercitato uno specifico ruolo nella vicenda processuale. In altri termini è da ammettere la costituzione come parti civili di enti che siano portatori di interessi di una pluralità di soggetti e la cui lesione sia prospettabile come conseguenza dei reati perseguiti nel territorio in cui essi esplicano la propria azione. Ciò posto per tutte le costituende parti civili, fatta eccezione per il circolo Chico Mendes (che infatti è stato esluso, n.d.r.) la legittimità discende dal contenuto degli statuti...in particolare come assuntori della difesa dei beni della vita. Tutte queste parti civili hanno infatti il ruolo di tutelare la sicurezza sui luoghi di lavoro  radicate nel territorio in cui sono avvenuti i fatti per cui si procede».  Il danno derivante dal capo di imputazione contestato, che è l'omicidio colposo causato dall'inosservanza delle norme sulla sicurezza, può comportare quindi anche una perdita di credibilità nella battaglia, condotta in particolare dal sindacato. Quadro, ha ricordato il gup, che non muta alla luce dell'introduzione della "Riforma Cartabia"

«Non è la prima volta che il sindacato si costituisce come parte civile in un processo per morte sul lavoro - commenta il segretario generale della Cgil di Treviso Mauro Visentin - ma alla luce della riforma della giustizia, che darebbe una prevalenza agli interessi cosiddetti soggettivi, cioè in questo caso delle persone immediatamente toccate dalla vicenda oggi si è fatta chiarezza. Diciamo che in un certo senso l'ordinanza è una sorta di apripista affinché il sindacato sia presente a processi di questa natura».

«È un fatto importante, quasi epocale, a segnare un prima e un dopo della battaglia contro le morti e gli infortuni sul lavoro in provincia di Treviso, l’ammissione di parte civile della Cisl nel processo ai presunti responsabili della morte di Mattia Battistetti» ha detto il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Massimiliano Paglini. «Si tratta - spiega Paglini - solo della prima costituzione di una lunga serie che come Cisl attueremo in tutti i processi per i morti sul lavoro a Treviso come a Belluno. È tempo che venga riconosciuto il principio che il mancato rispetto di norme e contrattazione collettiva in materia di prevenzione, protezione e formazione sul lavoro è un atto contro la collettività dei lavoratori e l’intera comunità, non solo contro la famiglia e i parenti di chi è caduto sul lavoro o dei lavoratori menomati per infortuni gravi o meno gravi».

Nel corso dell'udienza Piero Barolo, difensore di alcuni degli imputati, ha presentato la richiesta di un incidente probatorio sui luoghi dell'incidente e soprattutto sulla gru e sul pezzo che, stando alla perizia del consulente del pubblico ministero (ritenuta inaccettabile dalle difese) si sarebbe staccato a causa di una coppiglia che sarebbe stata mal funzionante. Il giudice ha rimandato la discussione sul punto al prossimo 3 maggio, giornata in cui dovrebbe anche arrivare la sua pronuncia su un eventuale rinvio a giudizio. 

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