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Venerdì, 8 Dicembre 2023

Aziende "apri e chiudi" accumulano debiti per 2,6 milioni: blitz delle fiamme gialle

Negli ultimi 13 anni si sono alternate nove ditte diverse nella stessa sede, un capannone a Morgano. Il laboratorio, di circa 300 metri quadri, era privo di ventilazione e uscite di sicurezza, carente dei più basilari requisiti igienico-sanitari. Erano state oscurate tutte le finestre

Sequestrato dalle fiamme gialle del comando provinciale di Treviso un laboratorio tessile, del valore commerciale di circa 100mila euro, gestito in condizioni di degrado e con diversi fattori di pericolo per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Durante l’intervento, i finanzieri del Gruppo di Treviso hanno anche posto i sigilli a 30 metri cubi di scarti tessili, sparsi in ogni angolo dei locali aziendali (in particolare nell’autorimessa, adibita di fatto a discarica) e a 21 macchinari per la lavorazione dei capi d’abbigliamento, tra cui macchine da cucire, banchi da stiro e da lavoro, una pressa per bottoni.

Una raffica di violazioni

Il laboratorio, delle dimensioni di circa 300 metri quadri, nel comune di Morgano, era privo di ventilazione e uscite di sicurezza, carente dei più basilari requisiti igienico-sanitari e delle misure per il corretto smaltimento degli scarti di lavorazione e volte a prevenire gli incendi e tutelare l’incolumità dei lavoratori. Tra le irregolarità è emersa anche l’assenza di illuminazione, atteso che tutte le finestre dell’opificio erano oscurate da teli in tessuto, per non mostrare come il laboratorio fosse attivo anche in ore notturne. Pertanto, l’amministratore della ditta, che operava sulla base di commesse ricevute da imprese locali, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Treviso, per la violazione delle norme sulla prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro e per aver realizzato, all’esterno e all’interno dell’area produttiva, un deposito incontrollato di rifiuti speciali.

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Sequestrato il capannone

Il sequestro d’urgenza, eseguito con il supporto del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Treviso, del nucleo Spisal dell'Ulss 2, dell’Arpav di Treviso, del personale tecnico del comune interessato e del Comando Intercomunale della Polizia Locale di Istrana e Morgano, è stato convalidato dal Tribunale di Treviso, sulla base del grave quadro indiziario acquisito. La ricostruzione delle aziende che nel tempo hanno gestito il laboratorio tessile, con un volume d’affari medio di circa 500 mila euro, ha permesso peraltro di verificare che, prima dell’attuale ditta, costituita nell’agosto 2022, a occuparsi delle produzioni tessili sono state altre nove imprese, le quali, a partire dal 2009, si sono succedute in media ogni 1 o 2 anni, dopo aver maturato rilevanti debiti con il Fisco.

Si tratte di vere e proprie imprese “Apri e chiudi” che, dopo essere divenute insolventi con l’Amministrazione Finanziaria, hanno trasferito personale e macchinari nella successiva impresa costituita “ad hoc”, che ha continuato a operare sempre nello stesso luogo, con gli stessi clienti e fornitori, cambiando solo il nome e la partita IVA. Emblematica la circostanza che le aziende, tutte gestite da cittadini stranieri, abbiano accumulato, in 13 anni, debiti con l’Erario per oltre 2,6 milioni di euro.

GdF: intervento per combattere la concorrenza sleale

«L’operazione della Guardia di Finanza di Treviso» spiega in un comunicato il comando provinciale «ha avuto il fine di tutelare la salute dei lavoratori e di colpire il comportamento di chi agisce nel mercato in modo sleale, a beneficio degli operatori economici onesti e rispettosi delle regole: lo sfruttamento dei lavoratori, senza rispettare le più elementari norme in materia di sicurezza, l’illecito smaltimento di rifiuti e il sistematico ricorso a imprese “di comodo”, costituite una dopo l’altra per favorire l’evasione fiscale, consente di applicare prezzi altamente competitivi, in danno delle imprese che operano rispettando la legge, costrette a sostenere costi maggiori».

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