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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Valdobbiadene

Valdobbiadene in lutto: addio a Sergio Vanzin, storico "becher" di San Vito

Venerdì sera il decesso a 94 anni dopo aver combattuto alcuni mesi con una polmonite. Già Cavaliere della Repubblica, era stato tra i fondatori del Centro Turra

Si è spento all'età di 94 anni Sergio Vanzin, storico "becher", ovvero macellaio, della frazione di San Vito di Valdobbiadene. Nato il 25 dicembre del 1925, ha sempre vissuto a in paese dove era molto conosciuto, come d'altronde tutta la famiglia Vanzin che annovera rappresentanti in tutto il mondo. Già Cavaliere della Repubblica Italiana, era stato tra i primi fondatori del Centro Turra di Valdobbiadene quando ancora era una "semplice" baita dove ritrovarsi per una partita a carte o a bocce, o per bere un "goto de vin" in buona compagnia. A portarlo via alla vita una polmonite che lo aveva colpito lo scorso novembre e da cui si era poi ripreso prima del fatale peggioramento avuto nelle ultime settimane. Vanzin lascia i figli Maria e Valerio, i nipoti Tommaso (assessore e vicesindaco di Valdobbiadene), Alessandro (Presidente della Pro Loco di Valdobbiadene), Gianluca ed Elisa, i numerosi parenti e i tantissimi amici che fin da subito si sono virtualmente stretti intorno alla famiglia in questo momento di dolore.

Qui di seguito la lettera con cui Tommaso Razzolini ha voluto ricordare il nonno:

«Caro nonno, questa sera sei stato chiamato e senza troppi saluti sei tornato a fianco della tua amata Elda. In queste giornate difficili, prive di qualsiasi forma di rapporto e di vicinanza, non abbiamo potuto salutarti come ti saresti meritato. La cosa più bella di te era la forza del tuo spirito, positivo e tenace, combattivo e vincente. Sappiamo bene che l'aspettativa influenza il risultato e perciò tu non potevi che essere il più forte di tutti. Senza farlo troppo pesare, ci tenevi a ribadire queste tue convinzioni. Questa tua tenacia ti ha portato fino qui, a Natale avresti compiuto la bellezza di novantacinque anni. Ad ogni pranzo di Natale e Pasqua ci intrattenevi con le tue formidabili ed eroiche imprese, da anno in anno c'erano sempre delle leggere variazioni e questo a nonna Elda non entusiasmava molto, ma giustamente quella della dialettica è una dote che non tutti hanno. Il "becher" di San Vito, Cavaliere della Repubblica Italiana, era una specie di "istituzione" in paese. Anche lui, come tutti, aveva le sue passioni, dal gioco delle bocce, passando per le carte e la dama, ed arrivando ad un goto de vin, o qualcosa in più, in compagnia. Una delle cose più belle di Sergio era quella di vederlo felice quando intorno a lui le altre persone erano felici. Non serviva molto, gli bastava l'armonia. Dicono che dietro ad un grande uomo c'è una grande donna e anche se il nonno non l'ha mai ammesso, sapeva bene dove rifugiarsi nei casi di difficoltà, a volte dovute anche dai dispetti/scherzi di noi nipoti. Nonna Elda era quell'asse che non vacillava, il punto fermo negli assetti famigliari, donna vera, con gli attributi. Quando interveniva la Elda erano guai e nel giro di poco tempo riusciva a ripristinare l'ordine. Tantissimi sono i ricordi che ci lasci, penso alle vacanze al mare, alle noghere che facevi anche a settant'anni, alle sopresse, alla tua dedizione per la chiesa e per il Centro Turra. Nel ringraziarti, ci tenevo a dirti che sono orgoglioso ad averti avuto come nonno e spero di poter essere in parte come te. Ultima cosa, ora che sei in paradiso, non dire anche li che sei il più forte di tutti, mi raccomando. Immagino che la nonna fosse li ad aspettarti. Grazie nonno Sergio!»

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