Muraro attacca: "Profughi, trasparenza nelle spese da parte dello Stato"

TREVISO — “Bisogna mettere un freno. Non è possibile che sia proprio lo Stato a riempirci di profughi quando lo stesso Stato ci taglia tutti i fondi per la sicurezza, la manutenzione e il lavoro”. Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso lancia l’allarme: “Gli enti locali sono al collasso eppure ci viene chiesta trasparenza totale per tutte le spese – chiosa Muraro -. Delibere online, determine online, redditi online. Per ogni singolo studente ipovedente che la Provincia sostiene, la spesa è di dominio pubblico. Non vedo perchè invece non si debba conoscere come e quanto spende il Ministero dell'Interno per i profughi. Penso sia necessario mettere un punto fermo e chiarire in modo preciso la questione della situazione veneta: serve una mappa precisa ed esaustiva con dati, quanti sono arrivati, quanti sono scappati, quanti ancora restano, come vanno mantenuti e per quanto tempo. Capire quali sono i piani per il futuro. E soprattutto la reale copertura economica dei Comuni costretti ad ospitarli”.

 E continua Muraro “Non vorrei che la Tasi, salasso per cittadini, alla fine servisse anche per mantenere persone sì disperate, ma in un territorio che loro credono ancora l’Eldorado, ma che di fatto non lo è più. Abbiamo già difficoltà ad aiutare i nostri cittadini, penso soprattutto ai Comuni che a stento riescono a mantenere i servizi sociali, quindi non vedo come questa emergenza debba pesare ancora sulle casse pubbliche degli enti locali già strozzati”. “La Provincia di Treviso ora deve dare 4milioni al Governo, e il prossimo anno ne deve tirare fuori 6milioni: soldi stornati dai servizi dovuti ai cittadini trevigiani per fare scuole, strade etc. Dove li recuperiamo altri fondi per l’accoglienza? Invito a questo punto a creare una rete inter-istituzionale che gestisca e programmi questa accoglienze, ma soprattutto che dica no se siamo arrivati al punto di saturazione – conclude -. E soprattutto, torno a dire: trasparenza. Come è richiesta a noi dallo Stato, noi la chiediamo allo Stato”.