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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ndrangheta, quattro arresti per estorsione e un immobile sequestrato

Nuovi arresti legati all'operazione "Camaleonte", relativa a episodi di usura ed estorsione con metodo mafioso attuati dal clan Bolognino fino al 2019. Quattro ordinanze di custodia cautelare tra Treviso e Vicenza

Continuano gli arresti legati all'operazione "Camaleonte" che, nel 2019, aveva portato all'indagine nei confronti di oltre 50 persone per associazione a delinquere di stampo mafioso, riciclaggio, fatture false ed evasione. La guardia di finanza di Mirano, assieme ai carabinieri di Padova, ha applicato martedì mattina quattro ordinanze di custodia cautelare tra le province di Treviso e Vicenza, oltre al sequestro di un immobile sull'isola di Mazzorbetto (in provincia di Venezia). Le accuse sono ancora di estorsione con metodo mafioso e tra i destinatari dell'ordinanza c'è Antonio Genesio Mangone, 57 anni, già in carcere dal 2019. Gli altri sono Bernardo e Giulio Cuman, padre e figlio rispettivamente di 69 e 42 anni, residenti a Schiavon (Vicenza), ora in carcere e Ilir Shala, kosovaro di 44 anni residente a Trevignano (Treviso), messo agli arresti domiciliari.

Il nuovo filone di indagine è partito dalle dichiarazioni rilasciate nel corso del vecchio procedimento. Gli investigatori sono riusciti a ricostruire altri sette episodi di estorsione ed usura (avvenuti tra il 2012 e il 2019 nelle province di Venezia, Vicenza, Treviso e Padova), ricollegandoli a nove presunti responsabili tra cui i 4 destinatari di misura cautelare. Le modalità ricalcano quelle già emerse in precedenza: i malavitosi entravano in contatto con imprenditori in difficoltà economica (specialmente del settore edile) e prestavano loro somme di denaro sulle quali applicavano tassi di interesse esorbitanti, anche oltre il 200% annuo. Dopodiché ricorrevano a minacce e intimidazioni per recuperare i crediti. «Minacce gravi e pressioni - secondo la guardia di finanza - che creavano un clima di intimidazione e di paura, in forza dell'appartenenza di Mangone alla criminalità organizzata di stampo ndranghetista». Usavano minacce del tipo «so dove abiti, so dove abita la tua famiglia». E poi si presentavano effettivamente a casa dei debitori, anche più volte al giorno. Con conseguenti situazioni di omertà che hanno reso più complesse le indagini, visto che molti degli imprenditori hanno mostrato grosse reticenze nel testimoniare i fatti. Negli episodi ricostruiti non sono emerse violenze vere e proprie, ma non è detto che non ce ne siano state e che qualcuno abbia preferito tacere.

L'operazione "Camaleonte" aveva portato a smantellare un vasto gruppo che faceva riferimento al clan Bolognino, collegato alla famiglia calabrese Grande Aracri: gli indagati erano accusati di riciclare i soldi della 'ndrangheta tramite un sistema di fatture false, oltre che di imporre forme di controllo su una serie di piccoli imprenditori veneti. Alcuni componenti dell'organizzazione sono già stati condannati in primo grado con sentenza del 19 ottobre 2020 del Gup di Venezia, con rito abbreviato, e con sentenza del 6 luglio 2021 del tribunale di Padova.

Fonte Veneziatoday

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