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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

No vax, perquisizioni in sedici città italiane: c'è anche Treviso

L'operazione della polizia di Stato avviata dalla Procura di Torino. Agli indagati sono contestati i reati di istigazione a delinquere e istigazione a disobbedire le leggi. Tra questi c'è anche un 30enne trevigiano

Dopo il sequestro del canale Telegram "Basta dittatura", disposto a fine settembre su richiesta della procura di Torino (pm Valentina Sellaroli), la polizia (postale e Digos) sta eseguendo nella mattinata di lunedì 15 novembre 17 decreti di perquisizione, in diverse città d’Italia, nei confronti di attivisti "no vax" e "no Green Pass". A tutti i cittadini finiti nel mirino delle forze dell'ordine sono contestati i reati di istigazione a delinquere con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici e istigazione a disobbedire le leggi.

Come riportato da TorinoTodaymolti dei perquisiti sono già noti alle forze dell'ordine sia per aver aderito a posizioni estremiste sia per precedenti reati quali resistenza a pubblico ufficiale (anche con blocchi stradali e aggressioni nel corso di manifestazioni in strada), furto, rapina, estorsione ed in materia di stupefacenti. Tra gli indagati figurano però anche persone incensurate cadute nella spirale dell’odio online. I contenuti e i toni sono risultati esasperati, con riferimenti espliciti a “impiccagioni”, “fucilazioni” e “gambizzazioni”, oltre ad allusioni dirette a “nuove marce su Roma” e ad atti di terrorismo. Le città coinvolte sono 16 tra cui: Treviso, Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Trieste, Torino e Varese. Ulteriori novità sull'indagine sono attese nel corso della giornata.

L'operazione di polizia nei confronti di No Vax e No green pass in diverse città italiane ha riguardato anche Treviso, dove la Polizia postale del Veneto ha eseguito una perquisizione nei confronti di un 30enne. Al pari degli altri indagati, l'uomo avrebbe parte attivamente al canale Telegram "Basta Dittatura" sul quale venivano lanciati i messaggi più violenti del movimento. All'uomo è stato sequestrato un telefono cellulare, sul quale saranno svolte le indagini tecniche per verificare i contenuti scambiati con gli altri affiliati più radicali al canale di messaggistica on line.

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