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Cronaca

Dall'Università di Notre Dame (USA) a Treviso per scoprire gli organi della città

Per tre giorni, un gruppo di docenti e studenti dall'Indiana, ha visitato le chiese di San Nicolò, Santa Caterina, San Leonardo e Sant'Agostino per provare i loro preziosi organi

TREVISO Il turismo organistico a Treviso, avviato già da una ventina d’anni grazie all’infaticabile impegno e alle relazioni internazionali del Festival Organistico “Città di Treviso e della Marca Trevigiana”, sta vivendo la sua stagione più intensa. Come sempre, infatti, l’arrivo della primavera porta in città numerosi musicisti, studenti ed appassionati desiderosi di ammirare e di provare gli organi storici della città che – va ricordato – vanta la più alta concentrazione europea di organi storici perfettamente restaurati.

Per tre giorni, un folto gruppo di docenti e studenti dell’University of Notre Dame di South Bend, Indiana, considerata uno dei College più prestigiosi e selettivi degli Stati Uniti, hanno potuto accedere alle chiese di San Nicolò, Santa Caterina, San Leonardo e Sant’Agostino e provare i preziosi organi in esse custoditi, grazie all’ospitalità dei parroci e all’organizzazione e all’accompagnamento offerto dal Comitato Promotore del Festival.

Il prof. Craig Cramer, organista e docente responsabile dei Master di Musica Sacra dell’Università che ha guidato il gruppo, si è detto stupefatto non solo della magnificenza degli strumenti ma anche del loro stato di restauro e conservazione, nonché dell’accoglienza avuta a Treviso, città che – lui come il resto del gruppo – ha trovato molto più affascinante di quanto si aspettasse, in questo tour nelle più significative “città d’organi” italiane, che sono state individuate dalla sua Università in Roma e Treviso.

La visita degli organisti americani ha coinciso con il viaggio a Mafra di una delegazione del Comitato Promotore del Festival, che in questi giorni è nella città portoghese dove si sta svolgendo l’annuale meeting ECHO (sodalizio tra le città europee degli organi storici, in seno alla quale Treviso rappresenta l’Italia) e succede di qualche settimana a quella dei musicisti della Oxford and District Organists' Association (ODOA), che hanno soggiornato per sei giorni a Treviso, sempre coordinati e guidati dai membri del Comitato Promotore del Festival.

Nelle prossime settimane, altri gruppi di musicisti e appassionati visiteranno e testeranno i diversi strumenti storici trevigiani in tour che rientrano nel virtuoso circuito di turismo organistico che il Festival ha da tempo avviato richiamando organisti da tutta Europa, America e Asia, nel segno di un’internazionalità che non è solo fama ma anche concreto interesse ed apprezzamento del patrimonio organistico trevigiano da parte dei musicisti di tutto il mondo.

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