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Avvocatessa accoltellata: alla base la causa ereditaria per la cessione di alcuni terreni

Giuseppe Silvestrini, infermiere 53enne, non avrebbe mai dato segni di squilibrio. Parla il compagno della civilista ferita nella mattinata nello studio legale, Fabio: «E' scossa, nonostante tutto continua a difendere questa persona»

«Sull'accaduto non ha voluto raccontare nulla, è chiaramente scossa, ha momenti di lucidità in cui parla tranquillamente e momenti di pianto perché comunque, nonostante tutto continua a difendere questa persona. "Poverino, si è rovinato la vita" e via dicendo perché ce l'aveva a cuore»: a parlare è Fabio Zorz, compagno dell'avvocato Meri Zorz, rimasta ferita fortunatamente non in modo grave da un infermiere di 53 anni, Giuseppe Silvestrini, poi trovato morto suicida in un rustico di Mansuè. Lo stato di forte tensione in cui viveva l'uomo sarebbe dovuto a una causa ereditaria per la successione di alcuni terreni di famiglia. «Era per la gestione, non c'era una diatriba all'interno della famiglia» spiega Fabio Zorz. L'appuntamento con Silvestrini era stato fissato da tempo, l'uomo quindi non si è presentato senza preavviso nello studio dell'avvocato. Il coltello utilizzato nell'aggressione, invece, non è ancora stato trovato dagli inquirenti che hanno cercato l'arma nelle vicinanze di Via Dall'Ongaro e Piazza Grande.

Fabio, il compagno di Meri Zorz

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