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Cronaca Pieve di Soligo / Via Zaniol

Ucciso con due colpi di pistola all’uscita dal lavoro

L'assassinio è avvenuto sul piazzale antistante la ditta dove Emanuele Simonetto lavorava. Secondo le prime ricostruzioni, chi ha sparato conosceva le abitudini della vittima

È mistero sulla morte del caporeparto della Mistral di Pieve di Soligo, freddato ieri sera con due colpi di pistola. Ignoti sia la mano che ha premuto il grilletto che il movente. Ma con tutta probabilità, secondo i Carabinieri, si tratta di qualcuno che conosceva le abitudini della vittima.

Emanuele Simonetto, 50 anni, era sempre l’ultimo a lasciare la ditta, specializzata nella verniciatura di mobili. Anche ieri sera, intorno alle 19, il caporeparto era uscito, dopo essersi assicurato che fosse tutto in ordine, aveva chiuso l’azienda ed era salito a bordo della sua Opel Astra.

Secondo le prime ricostruzioni, Simonetto stava per varcare il cancello quando si è ritrovato davanti il suo assassino. Sono da due a tre i colpi esplosi: il terzo potrebbe essersi conficcato nel cruscotto dell’auto.

Il primo proiettile ha infranto il parabrezza, raggiungendo la vittima al torace. Sebbene fosse ferito, Simonetto è uscito dall’abitacolo, cercando disperatamente di fuggire. Tentativo inutile: il suo assassino lo ha raggiunto e colpito una seconda volta a un fianco.

I Carabinieri, coordinati dal colonnello Gianfranco Lusito, hanno ritrovato Simonetto disteso sull’asfalto, seminascosto dalla ruota posteriore dell’Opel Astra. L’automobile, ferma al centro del piazzale, aveva ancora la portiera del lato guida spalancata.

C’è un solo testimone di questa drammatica e misteriosa vicenda: un operaio di una ditta vicina alla Mistral, che intorno alle 19 ha udito chiaramente dei colpi secchi. In un primo momento l’uomo ha pensato che si trattasse di petardi, ma quando si è affacciato alla finestra ha visto il corpo di Simonetto riverso sull’asfalto e ha allertato immediatamente le Forze dell’ordine. L’operaio, tuttavia, non avrebbe visto nessuno né avrebbe sentito allontanarsi alcuna auto.

Per tutta la serata i Carabinieri hanno ascoltato amici, familiari e colleghi della vittima e ritengono che dietro l’omicidio ci sia un movente legato alla sfera privata. Simonetto era divorziato, ma alle spalle aveva più di una relazione sentimentale. Da quanto emerso sinora, inoltre, non sembra ci fossero tensioni nell’ambito lavorativo,né fatti significativi, nella vita della vittima, tali da indirizzare gli inquirenti verso una pista precisa.

Il pm trevigiano Giovanni Valmassoi, che coordina le indagini, ha già disposto l’autopsia sul corpo di Simonetto, che nel frattempo è stato portato all’obitorio di Treviso.

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