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Giovedì, 25 Aprile 2024

Gashi si difende di fronte al giudice: «Non sono stato io a colpirlo»

Parla l'avvocato Mauro Serpico, legale difensore del 32enne kosovaro, in carcere con lo zio 52enne per l'omicidio di Fiera. Il giovane ha negato di essere il responsabile del delitto. Ad incastrarlo ci sarebbero le testimonianze di almeno quattro tra i partecipanti alla rissa

«Si è avvalso formalmente della facoltà di non rispondere e ha reso una dichiarazione spontanea dove ha confermato quanto mi aveva già detto nei giorni scorsi quando sono venuto a trovarlo in carcere ossia che lui si era presente, è intervenuto per cercare di calmare gli animi accesi che speva ci sarebbero potuti essere ma ha negato completamente di aver colpito la vittima»: a parlare è l'avvocato Mauro Serpico, legale difensore di Valmir Gashi, il 32enne in carcere con lo zio 52enne per l'omicidio di Ragip Kolgeci, 52 anni, freddato mercoledì sera nel piazzale di fronte al bar la Musa con alcune coltellate all'addome e ad una gamba (recisa in particolare l'arteria femorale) ma soprattutto con una serie di colpi alla nuca sferrati con una spranga di metallo. Ad incastrare il 32enne e lo zio, Afrim Manxhuka, ci sarebbero le testimonianze di almeno quattro tra i partecipanti alla rissa e le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza. Entrambi sono comparsi di fronte al giudice Carlo Colombo nell'udienza di convalida del fermo che si è tenuta nella mattinata di oggi, 15 ottobre, in carcere a Treviso.

«Abbiamo preso atto chiaramente che ci sono delle dichiarazioni rese da parte del nipote di uno dei figli della vittima che accusano tanto Afrim di aver accoltellato, quanto Gashi di avere tirato questa bastonata che probabilmente sembrerebbe essere il colpo decisivo» ha continuato Serpico « Questa circostanza l'abbiamo negata oggi e speriamo tra l'altro che le telecamere riescano a far luce. Se ci sono delle telecamere effettivamente questa circostanza verrebbe immediatamente chiarita. Faremo ricorso al Riesame nei prossimi giorni in modo di avere copia di tutta la documentazione e di tutte le carte e potere fare meglio le nostre valutazioni».

«Abbiamo chiesto gli arresti domiciliari e il giudice si è riservato» aggiunge il legale di Gashi «il pubblico ministero contesta su questo punto il pericolo di fuga e di inquinamento probatorio e il pericolo di reiterazione del reato. Noi ci siamo opposti perchè le esigenze degli inquirenti possono essere salvaguardate anche attraverso gli arresti domiciliari.

Nella maxi rissa anche lo stesso 32enne è rimasto ferito. «Il mio assistito ha riportato una ferita alla testa, è stato colpito alle spalle, con un bastone di ferro mentre stava aiutando uno dei suoi cugini a rialzarsi da terra: era stato colpito molto seriamente al cranio» chiude Serpico «lui è stato arrestato mentre era già a casa, stava già dormendo ed è stato svegliato dall'intervento della polizia. La sua non era una ferita particolarmente grave, sono due punti di sutura, non era niente di particolarmente grave». Della questione del debito di 500 euro, denaro che la vittima pretendeva da Manxhuka, uno dei motivi che ha fatto scattare la "spedizione punitiva", non si è parlato nel corso dell'interrogatorio.

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