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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Miane

Omicidio di Miane: Liliana Ordinanza parla per la prima volta in aula, eviterà l'ergastolo

La 27enne ha ricostruito la sera in cui è avvenuto il delitto ed è stata ammessa al rito abbreviato. Parti civili i parenti di Medhi Chairi, operaio 42enne freddato a coltellate

MIANE Liliana Ordinanza eviterà l'ergastolo. Il gup Angelo Mascolo ha infatti ammesso al rito abbreviato la 27enne coneglianese reoconfessa dell'omicidio di Medhi Chairi, l'operaio marocchino di 42 anni ucciso a coltellate nella sua casa di via Roma a Miane il 17 aprile scorso. Lo sconto di un terzo della pena permetterà alla donna, difesa dall'avvocato Luca Dorella, di contenere dunque la pena al massimo a 30 anni, ma verosimilmente a giugno, quando si discuterà il processo, la pena finale sarà inferiore.

Nel frattempo si sono costituiti parte civile l'ex moglie della vittima, il figlio minore e il fratello, senza formalizzare per il momento alcuna richiesta di risarcimento. Nel corso dell'udienza però è stata la stessa imputata, accusata di omicidio volontario e furto, a parlare per la prima volta dopo l'interrogatorio di convalida del fermo. La 27enne ha ricostruito la serata dell'omicidio sostenendo di aver avuto un rapporto sessuale non consenziente con Medhi, dopo aver consumato una grossa quantità di droga assieme al marocchino.

Liliana ha poi riferito di essere andata in bagno e di aver voluto uscire da quella casa ma ha trovato la porta chiusa a chiave. Così ha preso due coltelli per intimare a Medhi di darle le chiavi e di lasciarla andar via. Lui si sarebbe alzato dal letto per cercare di strapparle l'arma dalle mani, ne è nata una colluttazione e Liliana ha colpito il 42enne. Questa almeno la ricostruzione della giovane, ritenuta tra l'altro credibile dalla Procura.  

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