rotate-mobile

La madre terrorizzata dal figlio: «Ho paura di essere uccisa»

Il racconto di un residente del condominio in cui vivevano madre e figlio: le liti continue, i tentativi di cura attraverso i servizi sociali. Ad una nipote che spesso la aiutava con la spesa e le faccende domestiche, l'anziana aveva confessato il timore per la sua incolumità

«Lui doveva prendere le medicine sempre, se non le prendeva lui dava di matto». A parlare è Roberto Perin, un residente della palazzina di Parè in cui si è consumato il terribile omicidio dell'87enne Maria Luisa Bazzo. Perin descrive chiaramente la pesante situazione che l'anziana viveva, costantemente alle prese con un figlio difficile e da tempo in cura al Sert di Conegliano per gravi problemi psichici.

«La signora ha sempre detto, già tanti anni fa, che voleva curarlo lui a casa, seguirlo come si fa con un bambino ma lei non era in grado di seguire queste cose qua, perchè ci vogliono degli specialisti, delle persone competenti: quando faceva quei tiri li lo ricoveravano, stava sedato, faceva la terapia dovuta, con le dottoresse e i dottori, poi quando si riprendeva tornava a casa» continua ancora Perin «La signora in questi giorni ha manifestato ad una nipote il timore che l'ammazzasse. Lei è difficile che chiedesse aiuto, lei veniva qualche volta da me, per una spina da cambiare o una lampadina, ma sui problemi del figlio c'erano gli assistenti sociali. Lo hanno ricoverato ancora, perchè dava di matto: con me no perchè con me aveva un pò di timore perchè son tanti anni che sto qua, mi conosceva. Lui aveva anche bisogno di piaceri: ha avuto qualche tempo fa un problema ad un piede e gli ho dato le stampelle, gliele ho prestate per diversi mesi. Se aveva bisogno di qualcosa io ero sempre qua».

Nello stesso stabile in cui è avvenuto l'omicidio viveva anche una sorella della vittima ma ad occuparsi di Maria Luisa e Ippolito era una nipote dell'anziana, Emanuela Bazzo: «Ho ancora le gambe che mi tremano, io Ippolito lo vedevo solo quando lo portavo a far la spesa. I problemi ce li aveva da parecchi anni, lui era seguito dal Sert, addirittura io gli avevo ordinato i farmaci all'ospedale proprio la settimana scorsa, poi se lui li prendeva o no, io non lo posso sapere perchè non lo seguivo su questo. Io lo portavo a far la spesa, a prendere il telefonino, tutte queste cose qua. L'altra notte sua mamma mi ha chiamato all'una e sono saltata giù dal letto: mi ha detto "senti ho paura, è uscito, è entrato in camera e ha solo detto solo vaffa... vaffa.." ed e poi uscito. Poi l'ho richiamata ma mattina successiva, presto, e mi ha detto che era tutto a posto ed è tornato a casa dopo un'ora. Ieri però ce l'aveva la paura: mia cugina l'ha portata a pranzo e le ha detto "puoi venire su che vediamo se è a casa?" ed effettivamente era a casa e si stava facendo da mangiare. Lui faceva un pò quel che voleva».

«Il clima non è mai stato sereno in questa casa, si insulvano reciprocamente» racconta Emanuela «lei non guidava più la macchina da un anno e quindi la portavo avanti e indietro io. Il gatto era di lui, lo chiamava micio, era un gatto un pò riservato. Lui a me non diceva nulla, a parte che da tempo non sopportava più sua mamma. Con mia zia non si poteva entrare nelle sue cose: da una parte lo accontentava, dall'altro lo voleva come un bombolotto. Io le dicevo "cosa vuoi che ti uccida?" e forse se stamattina fossi arrivata anch'io uccideva anche me».

delitto-2

Video popolari

La madre terrorizzata dal figlio: «Ho paura di essere uccisa»

TrevisoToday è in caricamento