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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Ca' Foncello tra Treviso e l'Africa: aiuto al Kenya con la telemedicina

Grazie al progetto “Mary Gacheri K”, i medici missionari sono stati supportati a distanza nell’attività diagnostica da Treviso

TREVISO Si chiama Progetto “Mary Gacheri K”. Prende il nome da una mamma keniota che, dopo il parto, nell’attesa di una diagnosi appropriata è morta al North Kinangop Catholic Hospital. Nelle utlime ore di vita della donna, una richiesta di consulto Tac cerebrale è giunta inutilmente anche al Ca’ Foncello di Treviso. Qui la mamma di tre bambini di un paese lontano non è stata dimenticata e tre anni fa è nato il progetto di cooperazione internazionale, diretto dalla Regione Veneto, con capofila l’Azienda Ulss 9 di Treviso e la collaborazione dell’Associazione VITAC e dell’Azienda Ulss 1 di Belluno. In questi anni, l’ospedale missionario in Kenia ha visto un’importante attività formativa in vari campi per i suoi operatori, è stato supportato a distanza nell’attività diagnostica grazie alla telemedicina, ha avviato campagne mirate di prevenzione. Da lunedì 19 ottobre, all’ingresso del Ca’ Foncello, un video e dei pannelli racconteranno per immagini l’esperienza ripercorrendone le tappe.

In Kenia, la sanità missionaria è uno dei riferimenti principali per la popolazione. Offre, infatti, un buon livello di assistenza in un contesto in cui è comune la mancanza di personale specializzato e gli ospedali specialistici sono in massima parte privati e quindi non accessibili alla gran parte dei cittadini. Referenti del progetto di cooperazione sanitaria, firmato dalla Direzione Relazioni Internazionali della Regione Veneto, sono il primario neuro radiologo Francesco di Paola e il neurochirurgo Mario Moro. Per tre anni hanno accompagnato il loro lavoro all’ospedale di Treviso ad una serie di interventi di cooperazione sanitaria in Kenia per migliorare le condizioni di salute della popolazione di Nyandaruna (dove si trova il North Kinangop Catholic Hospital)  e di Laikipya, zone rurali nel centro del Paese.

Il progetto si è interessato di attività formativa – in loco e a distanza - rivolta al personale locale medico e paramedico in vari campi (anche quelli odontoiatrico e ginecologico) e sui più frequenti quadri di malattia in ambito neurochirurgico. Ha implementato il sistema di telemedicina tra il North Kinangop Catholic Hospital e l’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso consentendo l’invio a distanza oltre che di immagini radiologiche anche altre diagnostiche in formato digitale. Ad esso hanno lavorato: Enzo Di Stefano (neurochirurgo); Giuseppe Calleri (anestesista), Rosa Maria Candeago, Alberto Villacara (Neurologi); Licia Laurino (anatomo patologo); Ezio Berragino (ginecologo); Ingrid Inches, Elena trincia (neuroradiologi); Maria Mangano, Francecso Beniamin, Claudio Milani, Ebughene Onu Ejituru (urologi); Carmen Marinelli (infermiera strumentista); Stefano Laberio (odontotecnico). “Ringrazio tutti i nostri professionisti che si sono dedicati a questa cooperazione internazionale – sottolinea il Direttore generale Giorgio Roberti -. Hanno dimostrato ancora una volta che non solo garantiamo una sanità di eccellenza al nostro territorio ma anche sappiamo sfruttare l’innovazione e la nostra preparazione per aiutare i modelli in via di sviluppo e che hanno bisogno di essere sostenuti nel progredire. La solidarietà è all’origine di tutto il  nostro modello sanitario e il lavoro svolto da questi medici dimostra che continua ad esserne parte integrante”.

Mentre prosegue l’attività di consulenza nella refertazione digitale, il progetto di cooperazione diretta si è concluso il 30 settembre scorso. I pannelli che ne ripercorrono tutte le tappe e i traguardi  saranno visibili da lunedì nel corridoio di ingresso dell’Ospedale Ca’ Foncello. Contemporaneamente saranno a disposizione monitor con video sull’iniziativa.

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