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Cronaca

Ospedali sovraffollati, Ivan Bernini: "Purtroppo si tratta di un'emergenza cronica"

Il segretario generale della Fp Cgil di Treviso: "Mancano investimenti, assunzioni e organizzazione sul territorio. Il personale ospedaliero sotto stress non ce la fa più"

TREVISO “Come ogni stagione invernale, Pronto Soccorso, Aree mediche e reparti ospedalieri sono letteralmente sommersi da un carico di attività che mette a dura prova il lavoro del personale ospedaliero (medici, infermieri, operatori), dell’organizzazione dei servizi e della tolleranza di chi, attraverso il proprio lavoro, deve fronteggiare questa situazione e di chi, i cittadini, ha bisogno di servizi e assistenza. Se, come abbiamo già affermato per quanto riguarda le attività nelle sale operatorie, la “coperta” è corta, oggi ancor di più affermiamo che la “coperta” si sta lacerando”. Questa la preoccupazione e l’allarme del segretario generale FP CGIL di Treviso, Ivan Bernini, che accusa “tale situazione di complessità si perpetua ciclicamente da anni senza che nessuno si assuma la responsabilità di dire che quella che viene rappresentata come emergenza è in realtà un dato quasi strutturale”.

“L’altro dato ormai più che evidente – continua il segretario generale FP CGIL Treviso - è il continuo taglio di posti letto, in particolare nelle aree di degenza medica, che non si accompagna alla creazione sul territorio di alternative all’ospedale, fattori questi che acuiscono il problema e rendono ancora più cronica l’emergenza. Posti letto bis da sovraffollamento di ricoveri nelle medicine e ricoveri temporanei in altri reparti per ovviare ai posti ter, personale medico costretto a far spola nei diversi reparti per seguire la persona che hanno in carico, personale infermieristico che si trova a gestire persone che sarebbero in carico ad altri reparti e specialità, sono ormai l’ordinario – denuncia Ivan Bernini. Il personale medico, infermieristico e sanitario, già sotto organico rispetto agli stessi minimi indicati dagli standard regionali, è così sovraesposto rispetto alle oggettive capacità di risposta assistenziale e alle proprie oggettive condizioni di lavoro”.

Ciò nonostante – rincara la dose Bernini - si continua a non assumere, a ridurre posti letto ospedalieri, a rinviare l’attivazione di quei servizi nel territorio che in parte potrebbero ovviare al ricovero ospedaliero e al Pronto Soccorso. Pena la non riconferma, sui Direttori Generali pende il diktat della Regione nel raggiungere gli obiettivi, che non si traducono in qualità di servizi bensì a contenere la spesa e a procedere con nuovi tagli. E a ruota, il personale dipendente deve farsi in due, anche in tre per affrontare un lavoro che diventa emergenza”.

“Fintanto che nel nostro territorio le risposte qualitative e quantitative ai bisogni di salute non troveranno nuovi investimenti e nuova organizzazione sarà tutto sulle spalle dei lavoratori che oggettivamente non ce la fanno più – tuona Bernini -. Siamo già ben oltre il limite tollerabile nella capacità di affrontare professionalmente e umanamente queste situazioni. Quella “coperta” ha bisogno di essere allargata e non ulteriormente ristretta: Assunzioni di personale, altro che tetti alla spesa, attivazione delle strutture nel territorio, più domiciliarietà assistita, risorse per rispondere ai bisogni crescenti di salute, maggior collaborazione tra medicina ospedaliera e medicina di base. Tutto questo prima che il sistema si strappi del tutto”.

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