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Cronaca Montebelluna

"Otto persone, otto storie di vita": terminato il progetto della Casa di Riposo Umberto Primo

Ecco il risultato del ciclo di incontri-interviste che ha coinvolto gli ospiti del Villaggio montebellunese ed i volontari del Rotaract e del Rotary Club di Montebelluna

MONTEBELLUNA Si è chiuso sabato 15 luglio il ciclo di incontri-interviste che ha visto coinvolti gli ospiti del Villaggio e della Casa di Riposo Umberto Primo di Montebelluna, le educatrici della struttura ed i volontari del Rotaract e del Rotary Club di Montebelluna. Il progetto educativo sperimentale ha permesso a otto residenti della Casa di Riposo di raccontare la loro storia personale a volontari desiderosi di scoprire la ricchezza umana di storie tanto diverse ma sempre preziose nella unicità della loro esperienza. Gli ospiti hanno potuto godere del tempo e dell’attenzione di persone che si sono preparate in un piccolo percorso di formazione per stimolare le loro capacità di ascolto e di empatia attraverso un continuo confronto con l’équipe educativa della struttura.

Gli otto anziani coinvolti hanno avuto la grande opportunità di sentirsi protagonisti e rivivere una vita intera, una occasione preziosa per ripensare ai propri trascorsi, richiamare ricordi fatti di momenti positivi e di vite difficili rielaborandole e ridando senso a quanto fatto e vissuto. Qualcuno ha ripreso in mano l’album delle foto, qualcun altro ha ricontattato fratelli e parenti: tutti hanno potuto sentirsi per un momento importanti e al centro dell’attenzione. E i volontari, un po’ trepidanti e intimiditi all’inizio, quando si tratta di rompere il ghiaccio ed entrare nelle storie e nell’intimità di persone sconosciute, hanno potuto apprezzare la profonda dimensione umana che ogni storia porta con sé e quello che poteva sembrare un servizio si è tramutato in un grande dono ricevuto. L’opportunità di conoscere storie ma anche di ripensare alle proprie famiglie, ai propri nonni e la voglia di approfondire quello che spesso si da per scontato vivendoci insieme.

Un’esperienza che ora si tradurrà in storie scritte che verranno restituite agli ospiti e che verranno poi raccolte in un lavoro collettivo che potrà testimoniare il grande capitale umano, fatto di esperienze, di emozioni, di vite, che le case di riposo possono offrire al loro territorio. Non solo un onere per la società, come qualcuno rischia di immaginare, ma un vero e proprio patrimonio. Una miniera a cielo aperto che aspetta solo di essere esplorata e valorizzata.

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