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Cronaca Paese

Ruba oltre 145mila euro al suo assistito, tutrice condannata a 3 anni

Daniela Modesto, 55 anni di Paese, ha sottratto la cifra nel corso di 8 anni. Il denaro veniva usato in spese e trasferito in conti correnti riconducibili a lei

Tre anni in abbreviato per peculato. Questa la sentenza di condanna inflitta ieri dal gup Marco Biagetti nei confronti di Daniela Modesto, 55 anni di Paese, la tutrice infedele che, in poco meno di otto anni, ha trafugato allo zio oltre 145 mila euro. 

La vicenda si è svolta tra il 2007 e il luglio del 2018. La Modesto è la nipote di un anziano del 1942, A.G.G., 78enne originario di Carbonera, affetto da una condizione medica progressivamente invalidante e il giudice tutelare ne determina l’interdizione. Ma l’anziano ha anche a disposizione un bel gruzzolo, frutto di una vita di duro lavoro. Come tutore legale dell’uomo viene nominata lei e gli altri familiari sono ben contenti che una congiunta tanto prossima si prenda cura dell’anziano e soprattutto delle sue finanze.

A dicembre 2007 il 78enne risulta intestatario di un conto corrente aperto presso Veneto Banca e di un libretto di depositi e risparmio acceso nelle filiale della ex popolare di Montebelluna. La donna ha, in virtù delle sue prerogative come tutore legale, accesso al contante. Le cifre di cui può disporre però dovrebbero servire al mantenimento dell’anziano, al pagamento delle utenze e a soddisfare le esigenze della vita quotidiana di A.G.G., le cui condizioni di lucidità mentale si vanno sempre più affievolendo, tanto che non riuscirebbe a farvi fronte da solo. E ha necessità di una persona che si occupi di lui e del suo patrimonio.

E invece comincia il “sacco” delle risorse finanziarie. Con le firme necessarie a disporre degli attivi sui vari conti la 55enne dapprima, nel 2013, estingue il conto in Veneto Banca per aprirne un altro alla Popolare di Vicenza. Una parte del denaro di A.G.G. è già stata presa, con prelievi bancomat che in tutto raggiungono la somma di oltre 25mila euro, utilizzati anche per acquisti attraverso il Pos in vari esercizi commerciali. Ma a questo punto la donna fa sul serio: secondo le ipotesi accusatorie avrebbe prelevato oltre 120mila euro dal libretto e dal deposito appena aperto, prontamente trasferiti su conti che, hanno dimostrato le indagini, sono attribuibili a lei.

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