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Cronaca Paese

Botte e minacce al supermercato, decreto penale di condanna per un consigliere comunale

La Procura di Treviso ha chiuso le indagini e chiesto la condanna per i fatti di fine maggio 2020, quando Danilo Mazzone, 55enne eletto alle ultime consultazioni comunali a Paese, picchiò e minacciò Raffaele Petricciulo, che solo qualche settimana prima era stato raggiunto da una fucilata sparata da un 74enne, vicino di casa a Monigo

Un incidente fortunatamente solo sfiorato, poi l'alterco violento.  E' così che era finito nei guai con la giustizia Danilo Mazzone, 55 anni, consigliere comunale delle Lega a Paese. Ad avere la peggio era stato Raffaele Petricciulo, il 54enne che solo qualche settimana prima era stato protagonista di un'altro fatto di cronaca: l'uomo era stato raggiunto da una fucilata sparata da un 74enne, vicino di casa.

Ora nei confronti di Mazzone, che continua a dirsi innocente, la Procura ha chiesto l'emissione di un decreto penale di condanna: 6 mesi e 6 giorni di reclusione per lesioni e minacce, ridotti per il rito a 3 mesi e 3 giorni, sostituiti dalla pena pecuniaria che sarà individuata dal giudice. Il consigliere leghista può comunque fare opposizione e chiedere di andare a processo.

«Ti roncolo» avrebbe detto Mazzone a Petricciolo quel giorno di fine maggio del 2020 nel parcheggio di un supermercato a Treviso. Il consigliere comunale era bordo della sua auto quando Petricciuolo gli sarebbe sbucato di fronte all'improvviso in sella al suo scooter. Mazzone frena di colpo e i due si scambiano qualche intemperanza a distanza. Poi però l'atmosfera si sarebbe fatta rovente: l'esponente leghista sarebbe uscito dall'auto e i due avrebbero iniziato a litigare, scambiandosi minacce. Poi sono passati alle vie di fatto e in un attimo Petricciuolo si è ritrovato a terra, dolorante ad un braccio. L'esito della visita in pronto soccorso parlò di una frattura e tempi di recupero che superavano i 40 giorni.  

«Mi vergogno come cittadino, come rappresentate delle istituzioni e come padre di famiglia - aveva detto Danilo Mazzone,  che a Paese è titolare della Cablomaz, azienda specializzata in impianti e apparecchi per la telefonia - è stato un momento di follia, io non volevo fargli del male». E della vicenda diceva che «me lo sono trovato di fronte  e ho frenato bruscamente. Ci siamo inizialmente chiariti, poi però lui ha iniziato ad offendere, prendendosela con mia madre. Sono stato anche minacciato, ha detto che tirava fuori il coltello e me la faceva vedere. A quel punto non ci ho più visto, credo di averlo spinto e lui è rovinato a terra. Ma non era mia intenzione di fargli del male».

Mazzone, nei cui confronti i vertici provinciali della Lega avevano deciso di non prendere iniziative disciplinari in attesa dell'esito delle indagini, è stato però estromesso dal gruppo consiliare della maggioranza. Il movimento di Paese era arrivato a chiederne  le dimissioni dalla carica, che il consigliere aveva però sempre respinto.

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