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Cronaca Paese / Via Monsignore Candido Breda

«Venite, ho ucciso due persone»: spara al fratello e alla cognata, duplice omicidio a Paese

La tragedia nella tarda mattinata di mercoledì 3 maggio in Via Monsignor Breda. Massimo Pestrin ha sparato al fratello Lino e alla cognata Rosanna Trento. Sul posto i carabinieri di Treviso

Tragedia a Paese nella tarda mattinata di mercoledì 3 maggio: al piano terra di un'abitazione in via Monsignor Breda (proprio sul retro dell'arcinota osteria, da tempo chiusa, "Carletto dee rode") sono stati trovati i corpi senza vita di un uomo e una donna uccisi con dei colpi d'arma da fuoco. Si tratta di Lino Pestrin, 62 anni, e Rosanna Trento, 57 anni. Marito e moglie sono stati uccisi a pistolettate, ben 14 (tre proiettili inesplosi sono stati trovati nel cortile), dal fratello di lui, il 51enne Massimo Pestrin che ha confessato il duplice omicidio prima alla sala operativa della Questura di Treviso («Venite, ho ucciso due persone»: ha detto) e poi ai carabinieri che lo hanno arrestato con l'accusa di duplice omicidio aggravato e portato in carcere a Santa Bona. L'uomo, interrogato dal pubblico ministero Michele Permunian nella caserma della Compagnia dei carabinieri di Montebelluna, ha ammesso le sue responsabilità.

Un doppio assassinio a sfondo familiare avvenuto in un'abitazione che si trova all'interno dell'azienda agricola Pestrin, adibita ad allevamento di mucche (circa 150). La famiglia è composta da quattro fratelli e due sorelle: Walter, Lino, Lucia, Agnese, Giancarlo e Massimo. Lino, Giancarlo (entrambi con le rispettive famiglie) e Massimo vivevano nella casa all'interno dell'azienda e proprio tra loro è scaturita la tragedia mercoledì mattina, all'ora di pranzo. Massimo, separato dalla moglie (una cittadina straniera con cui viveva a Treviso), è padre di due bambini mentre i coniugi uccisi non avevano figli.

Duplice omicidio Paese

L'esecuzione

Verso le 13, nella cucina dell'abitazione di Lino, il fratello Massimo è entrato e ha sparato al fratello e alla cognata almeno 14 colpi d'arma da fuoco con una pistola modello Glock 17. In precedenda, scarrellando il caricatore, aveva fatto finire a terra tre pallottole rimaste inesplose. Le due vittime sono state raggiunte alla parte alta del corpo mentre erano sedute a tavola, in procinto di pranzare. La pistola utilizzata da Massimo Pestrin era regolarmente detenuta in quanto l'uomo lavorava come guardia giurata presso la Carniel. Sul luogo del duplice omicidio sono intervenuti i militari del nucleo di polizia scientifica del nucleo investigativo, il comandante provinciale Massimo Ribaudo, il comandante del nucleo operativo Marco Turrini, il comandante della Compagnia di Montebelluna, Gabriele Favaro oltre al medico legale, Alberto Furlanetto.

Motivi economici alla base del delitto

Il principale motivo di risentimento di Massimo nei confronti di Lino sarebbe l'azienda agricola di famiglia che gestivano lo stesso Lino, l'altro fratello, Giancarlo e suo figlio Davide. L'attività (che conta un allevamento di un centinaio di mucche) non naviga in buone acque: fino all'anno scorso faceva parte della cooperativa Sant'Andrea di Povegliano, realtà che aveva visto lo stesso Lino come presidente fino a 8 anni fa. Dal canto suo il 51enne era provato dalla separazione dalla moglie, una straniera da cui ha avuto due figli, e dal trasferimento forzato, nel dicembre 2021, a casa dei fratelli a Paese (dove ha preso ufficialmente domicilio solo cinque mesi fa). Il 51enne, prima di essere assunto alla "Carniel" come guardia giurata, aveva lavorato nell'azienda agricola dei fratelli, dedicandosi a varie attività, tra cui la mungitura, e in passato anche come padroncino per la "Comifar" di Paese, azienda che si occupa di trasporto di farmaci.

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La pistola utilizzata da Massimo Pestrin era regolarmente detenuta in quanto l'uomo lavorava come guardia giurata. Sul luogo del duplice omicidio sono intervenuti i carabinieri di Treviso insieme al Pubblico Ministero Michele Permunian.

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