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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Paese

Vendeva anabolizzanti in tutto il Nord Italia, il processo va in prescrizione

L'imputato, A.V.D.Z., un giovane 29enne di Paese, era stato fermato nel 2014 a Carmignano di Brenta e trovato in possesso anche di testostorene e prodotti a base di ormoni femminili. Grazie al suo arresto fu decapitata una vera e propria rete di vendita illegale di sostanze proibite

Anabolizzanti, testostorene, prodotti a base di ormoni femminili. E' quanto sarebbe stato trovato nel 2014 all'interno della macchina di A.V.D.Z., un giovane 29enne di Paese, nel corso di controlli (che però sarebbero stati mirati) operati dai carabinieri a Carmignano di Brenta, in provincia di Padova. Tutti prodotti (compresi i "coprenti",  i farmaci che vengono utilizzati dai trafficanti per superare i controlli antidoping ) che, secondo l'ipotesi accusatoria, sarebbero stati vietati. Ma il processo a suo carico, in cui era accusato di utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti, è terminato con la prescrizione del reato. Così oggi, 17 giugno, A.V.D.Z. ha potuto lasciare il tribunale di Treviso come un uomo libero.

Il 29enne, un passato da giovane promessa del karate poi approdato al culturismo e successivamente uomo immagine di numerose discoteche del nord Italia, avrebbe utilizzato le sostanze per venderle a utilizzatori finali, utenti di svariate palestre del trevigiano, dell'alta padovana come anche di Milano e Torino. Nella rete degli inquirenti finirono altre venti persone, poi ridotte a sei, delle quali due sono state condannate in abbreviato dal gup di Padova nel 2018. Il giovane, che quando venne fermato avrebbe avuto l'intenzione di recarsi fuori regione per consegnare la merce ad un compratore, sarebbe stato attivo come fornitore sulle piazze del Nord Italia fin dal 2013. Arrestato e sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo firma, si difese dalle accuse sostenendo che «quei farmaci sono per me, li vendo solo occasionalmente».

Ma la realtà sarebbe stata molto diversa. Grazie all'arresto del culturista di Paese fu infatti decapitata una vera e propria rete di vendita illegale di sostanze proibite, reperite attraverso farmacie ospedaliere e dispensari ma anche comprati all’estero, provenienti da Paesi extra Ue, al di fuori di ogni controllo tanto da risultare in alcuni casi guasti o imperfetti, senza alcuna garanzia quanto alle modalità e al luogo di fabbricazione.

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