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Cronaca Paese

Marianna, la scomparsa e un giallo lungo 10 anni, i genitori: «Per noi è ancora viva»

Il 27 febbraio del 2013 la ragazza, da poco 18enne, scomparve nel nulla dopo aver terminato il turno di lavoro al golf club. Pierfrancesco ed Emilia Cendron, papà e mamma adottivi della ragazza, hanno scritto una lettera a lei rivolta in occasione del decennale di questo misterioso allontanamento

"Il 27 novembre hai compiuto 28 anni, e proviamo a immaginare che donna sei diventata, ma sei libera o in pericolo? Quanto ci manchi, viviamo solo di ricordi, non vediamo più il tuo sorriso, non sentiamo la tua sensibilità, accoglienza rivolta a chi era in difficoltà. Viviamo nel silenzio che ci logora, ma qualsiasi cosa sia accaduta, non smetteremo mai di cercarti, vogliamo risposte, verità, pace. Le nostre sensazioni sono sia ancora viva, ma non sappiamo dove cercarla. Mamma, papà e Giorgio". Domani, 27 febbraio, ricorre esattamente il decennale della misteriosa scomparsa di Marianna Cendron (oggi avrebbe 28 anni) e i genitori, Pierfrancesco ed Emilia (oltre al fratello di Mary, Giorgio, come lei adottato tanti anni fa in Bulgaria) hanno voluto diffondere una lettera a lei dedicata, nella speranza di riaccendere i riflettori sul caso. Mamma e papà stanno organizzando un evento dedicato al caso della loro figlioletta scomprsa, una vicenda purtroppo comune anche ad altre famiglie nella Marca. La Prefettura ne conta altri otto oltre a Marianna.

Dieci anni fa la scomparsa, la ricostruzione

Nella serata del 27 febbraio 2013 fa Marianna è sparita nel nulla dopo aver terminato il turno di lavoro al Golf club di Salvarosa di Castelfranco Veneto, dove lavorava come aiuto cuoca. Aveva lasciato dei biglietti, con le istruzioni ai colleghi. Nulla a far presagire la scomparsa. La vicenda, più volte finita sotto la lente d'ingrandimento della trasmissione "Chi l'ha visto?" di raitre, è tristemente conosciuta: la ragazza avrebbe dovuto raggiungere il fidanzato Michele Bonello presso il convitto dell'istituto alberghiero Maffioli di Castelfranco Veneto ma all'appuntamento non si presentò mai. Da qualche tempo Marianna, sofferente di una forma di anoressia, viveva nell'abitazione del vicino di casa della famiglia Cendron, Renzo Curtolo, a Paese. L'allarme ai genitori venne dato solo l'indomani, con colpevole ritardo, e di conseguenza anche la tardiva denuncia ai carabinieri rese del tutto vane le ricerche. Oltre all'allora 18enne scomparve misteriosamente anche la sua bici, con cui si spostava sempre dal club alla fermata della corriera per fare ritorno a casa, e i suoi telefoni cellulari (il suo e quello che le aveva donato Curtolo). L'ultimo segnale è stato tracciato in via dei Carpani, a pochi passi dai Giardini del sole. Qualche giorno dopo una mano ignota cancello il profilo Facebook di Mary. E' stata lei stessa? Questo è un punto, uno dei tanti, mai chiariti. La ragazza non aveva denaro ne' documenti, lasciati a casa di Curtolo. Si ipotizzo una fuga all'estero, un ritorno in Bulgaria, un'avventura in Francia per seguire il sogno di diventare una cuoca di successo.

Le ricerche e le indagini

La macchina delle ricerche si mostrò non all'altezza, così come purtroppo le indagini. Si perse troppo tempo, decisivo, per stringere il cerchio e trovare Mary. Nelle settimane e negli anni a seguire la Prefettura ha condotto diverse campagne di ricerca, anche nella cava che si trova nei paraggi dell'abitazione in cui viveva Mary, e la Procura di Treviso aprì un fascicolo d'inchiesta per sequestro di persona. Il pubblico ministero che coordinava l'inchiesta, Massimo De Bortoli, interrogò più volte i due protagonisti principali della vicenda, Michele (all'epoca della scomparsa minorenne) e Renzo, ma nel 2018 è sopraggiunta l'archiviazione (dopo tre richieste rigettate), nonostante il lavoro degli avvocati dei Cendron, Stefano Tigani e Piero Coluccio, che si sono appellati più volte alla magistratura perchè alcune intercettazioni venissero riconsiderate. Ora la vicenda è in limbo, congelata. Più volte i genitori hanno pensato al peggio.

«Noi pensiamo e crediamo sia ancora viva, continuiamo a cercarla: queste sono le nostre sensazioni» ha sottolineato Emilia Michielin «Ci spaventa l'idea di trovare un corpo e quando ne viene trovato uno di donna, come qualche giorno fa a Marghera, temiamo sempre possa essere lei. Sappiamo che c'è la possibilità che l'epilogo sia peggiore di quanto speriamo ma nonostante tutto la sensazione è che lei sia ancora viva».

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