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Cronaca Paese

Rogo di Castagnole, vittime chiuse in una trappola mortale

Oggi, 8 novembre, nel processo in cui Sergio Miglioranza, 72enne di Paese, è accusato di duplice omicidio pulriaggravato e premeditato, incendio doloso, violazione dei sigilli apposti sul terreno teatro della tragedia e tentata truffa ai danni dell'assicurazione, ha deposto un membro della squadra del Ris che ha svolto le indagini

La porta principale inagibile per il fuoco e quella della lavanderia bloccata da ogni tipo di cosa, comprese alcune assi di legno che di fatto ne impedivano l'apertura. Chi ha acceso il rogo in cui il 10 giugno del 2020 hanno perso la vita Franca Fava di 68 anni, e una amica di famiglia, la 74enne Fiorella Sandre, ha architettato la trappola perfetta per le due donne, morte per asfissia e quindi carbonizzate. E' quanto si ricava dalla deposizione di un componente della squadra del Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri sentito come consulente della Procura nell'udienza di oggi, 8 novembre, del processo a carico di Sergio Miglioranza, il marito della Fava e proprietario dell'edificio andato completamente distrutto dalle fiamme. Il 72enne è accusato di duplice omicidio pulriaggravato e premeditato, incendio doloso, violazione dei sigilli apposti sul terreno teatro della tragedia e tentata truffa ai danni dell'assicurazione. Il movente dell'incidendio sarebbe stato proprio dal premio dell'assicurazione, denaro che gli sarebbe servito per rifarsi una nuova vita e forse ripianare dei debiti.

Il testimone ha evidenziato come la porta della lavanderia (quella più vicina a dove dormivano la 68enne e la 74enne, che avevano entrambe problemi di deambulazione e riposavano al piano terra, mentre Miglioranza avrebbe occupato la stanza da letto che si trovava al primo piano) fosse di fatto bloccata dall'esterno da carcasse di elettrodomestici e altre cianfrusaglie che il 72enne era solito accatastare nel giardino di casa. La porta inoltre risultava inagibile anche per la presenza di alcune assi di legno, posizionate al di fuori, che rendevano impossibile la sua apertura dal di dentro. Una volta rimosso quello che restava dopo il rogo, per gli uomini del Ris è stato impossibile accedere alla casa da quell'entrata poichè la stessa porta si apriva di soli tredici centimetri, non abbastanza neppure per permettere a qualcuno di uscire.

Nel corso dell'udienza è stato sentito anche Alberto Furlanetto, l'anatomopatologo che ha effettuato l'autopsia sui corpi della Fava e della Sandre straziati dalle fiamme. Il post mortem ha messo in evidenza che le donne hanno perso i sensi a causa del fumo, che le ha di fatto asfissiate. Poi il fuoco, che ha invaso l'interno della casa dove sarebbero stati presenti alcuni inneschi, ha divorato le poverette.

Nel corso della testimoinianza Furlanetto ha detto che Franca Fava aveva bevuto quella sera e il suo fegato presentava i segni di una forma di sipendenza dell'alcol. Si torna in aula il 22 novembre 

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