rotate-mobile
Cronaca Paese

Rogo a Paese, il perito della difesa: «Nelle sue condizioni non è possibile che sia stato il piromane»

Tiziano Meneghel, consulente psichiatrico della difesa, ha spiegato, all'udienza del processo, che il 72enne Sergio Miglioranza, accusato dell'incendio della sua abitazione avvenuto il 10 giugno del 2020 in cui hanno trovato la morte Franca Fava, la moglie dell'imputato, e la 74enne Franca Fava, era attaccato alle sue cose in maniera patologica e non avrebbe potuto appiccare l'incendio

Affetto da una forma patologica mentale, caratterizzata dall'accumulo compulsivo di cose in cui avrebbe trovato uno "sfogo" dopo la morte del figlio, Sergio Miglioranza non avrebbe mai potuto dare fuoco alla sua casa. Questo è in sintesi il contenuto della deposizione di oggi, 17 marzo, del consulente psichiatrico della difesa (il dottor Tiziano Meneghel), che del 72enne, accusato di aver appiccato lo spaventoso rogo alla sua casa di Castegnole in cui trovarono la morte la moglie Franca Fava, di 68 anni e la 74enne amica di lei Fiorella Sandre, ha tracciato un "profilo" psichiatrico caratterizzato da una forma di disturbo mentale che si sarebbe manifestato in seguito alla tragica scomparsa del figlio, morto in un incidente sul lavoro nel 2000 a Jesolo Lido.

Una persona come Miglioranza, con un grave depressione e una forma maniacale di "accumulo compulsivo", che lo vedeva mettere via cose apparentemente di nessun valore e in maniera incomprensibile, sarebbe stato troppo attaccato alle sue cose per essere il piromane che, il 10 giugno del 2020, diede fuoco alla sua abitazione, distruggendola completamente. La sua sarebbe, secondo Meneghel, una patologia tipica delle persone che hanno subito un forte shock, tanto da essere definito un disturbo da evento trumatico, una sindrome post trauma che avrebbe probabilmente caratterizzato anche la moglie.

La deposizione è avvenuta nel corso dell'udienza del processo in cui Miglioranza è accusato di duplice omicidio volontario e frode al'assicurazione e nel corso della quale la difesa (affidata agli avvocati Rossella Martin e Simone Guglielmin) ha portato sul banco dei testimoni anche una consulente specializzata nell'analisi forense degli incendi. Secondo il perito quelle ritrovate sul luogo dell'incendio potrebbero non essere tracce di accellerante: i processi chimici legati alla combustione di alcuni materiali avrebbero come sottoprodotti sostanze che le farebbero risalire a sostanze infiammabili ma che in realtà potrebbero essere pienemante compatibili con la trasformazione del materiale andata in fumo durante il rogo.

«»

Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rogo a Paese, il perito della difesa: «Nelle sue condizioni non è possibile che sia stato il piromane»

TrevisoToday è in caricamento