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Cronaca Pederobba

Rapina con una pistola giocattolo, 27enne "stangato" dal giudice

Gabriele Covolan, un giovane di Pederobba, era stato uno degli autori del "colpo" avvenuto a Treviso ai danni di un giovane nigeriano. Il gup gli ha inflitto, in abbreviato, una condanna a 3 anni e 10 mesi di reclusione

Aveva presentato domanda di essere ammesso al patteggiamento, una pena di 2 anni e 4 mesi con l'assenso del pubblico ministero che però il gup Piera De Stefani non aveva ammesso. E così oggi, giovedì 8 aprile, Gabriele Covolan si è presentato davanti al giudice dell'udienza preliminare Marco Biagetti per affrontare il giudizio, con il rito abbreviato, in relazione alla rapina con un pistola giocattolo che il 30 agosto scorso ha commesso insieme a Nicola Affinita, un casertano di 23 anni, già condannato (sempre in abbreviato) a 4 anni di reclusione. 3 anni e 10 mesi la sentenza severa inflittagli dal giudice. Il legale di Covolan l'avvocato Fabio Busnardo), che è un  27 enne di Pederobba, ha preannunciato il ricorso in appello.

I fatti risalgono alla  alla scorsa estate. Covolan e Affinita viaggiavano a bordo di una Fiat Punto di colore nero. La vittima della rapina, un giovane nigeriano che stava percorrendo in bicicletta la Castellana per recarsi al lavoro, è stato minacciato dai due giovani  con una pistola (una replica in metallo priva del tappo rosso). Poi, ottenuti sotto minaccia il portafogli e  documenti che l'immigrato teneva nello zaino, fra cui una carta poste pay e il permesso di soggiorno, Congolan e Affinita si sono dati alla fuga in direzione Treviso. Lo straniero, ovviamente scosso per l'accaduto, è riuscito comunque a dare una descrizione completa ed esaustiva dei due giovani, tanto delle loro caratteristiche fisiche quanto del loro abbigliamento, fornendo anche il numero di targa della vettura utilizzata dai criminali.

Uno dei due banditi è stato individuato quasi subito ed è stato sottoposto a perquisizione domiciliare. Grazie ai successivi accertamenti è stato possibile risalire all’identità del secondo, presso il cui domicilio personale è stata rinvenuta l’arma giocattolo utilizzata per la rapina. I due erano stati arrestati, poi sottoposti all'obbligo di dimora, misura cautelare che avevano entrambi violato. Affinita era finito in carcere mentre Congolan era stato messo ai domiciliari.

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