Terremoto, l'esperto: "Il 95% degli edifici in pianura non è a norma"
Confcommercio ha organizzato un incontro sulla sicurezza delle costruzioni della provincia di Treviso in caso di sisma. I fabbricati nelle zone a minor rischio sismico sono quelli più soggetti al pericolo di crollo
"La Marca è impreparata all'eventualità di un terremoto".
A denunciarlo è stato Filippo Bonaccini, ingegnere strutturista, che mercoledì è intervenuto al convegno organizzato sull'argomento da Confcommercio Treviso, al quale hanno partecipato un centinaio di associati.
Secondo Bonaccini, in caso di terremoto i danni agli edifici sarebbero maggiori a Treviso, a sismicità bassa (zona 3), rispetto alla Pedemontana, classificata zona 2, a sismicità media. Colpa delle costruzioni non a norma.
Il 95% delle costruzioni della pianura della Marca è stato realizzato senza alcun criterio antisismico - ha spiegato Bonaccini - per questo è più alto il livello di esposizione in caso di movimento tellurico.
Mentre i comuni della Pedemontana hanno cominciato a costruire secondo i criteri antisismici nel 1984, nel capoluogo la normativa è stata recepita solo dieci anni dopo, nel 2005, dopo che l'area è stata classificata come sismica.
Così nelle zone di livello 3, come Treviso, Castelfranco Veneto, Mogliano e Oderzo eventuali scosse potrebbero provocare danni pari a quelli di alcuni comuni emiliani.
L'ingegnere ha sottolineato poi come la normativa vigente si preoccupi delle strutture dove il collasso sarebbe più rilevante, come ospedali e grandi strutture commerciali, per i quali sono previste verifiche, mentre per dei privati non è fatta menzione.
L'Ordine degli ingegneri di Treviso ha quindi proposto una certificazione sismica degli edifici, simile a quella delle classi energetiche, con la speranza che diventi presto oggetto di un provvedimento normativo.