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Cronaca Montebelluna

Picchia la compagna e la figlia perché "inferiori"

L'uomo, un tunisino 68enne di Montebelluna, infieriva sulla donna e la minore per futili motivi, come ad esempio il modo in cui erano fatte le pulizie di casa, e non voleva farle uscire dall'abitazione. L'uomo ha patteggiato 1 anno e 6 mesi

Era stato arrestato il 20 maggio del 2020, accusato di maltrattamenti e lesioni ai danni della compagna convivente, che al tempo era incinta, e di una delle figlie. Su di lui, soprattutto, pesava anche l'aggravante di considerare le donne degli "esseri inferiori" che dovevano chiedergli il permesso per fare tutto, anche uscire per qualche minuto dalla casa familiare a Montebelluna. Oggi, giovedì 27 maggio,  un tunisino di 68 anni ha patteggiato per i reati che gli venivano ascritti una pena di 1 anno e 6 mesi di reclusione.

La terribile storia di sopraffazione risale a un anno fa. Secondo la Procura avrebbe percosso la compagna e la figlia 17enne con schiaffi, pugni e calci, talvolta prendendole e tirandole per il collo. E minacciandole anche di morte. Stando alle indagini, scaturite dalla denuncia della donna (difesa dall'avvocato Sabrina Favaro), alla base dei suoi comportamenti vi sarebbero stati futili motivi, come ad esempio come venivano fatte le faccende domestiche o la volontà, espressa anche dalla figlia, di poter uscire di casa al termine di un periodo di quarantena per il Covid 19.

I maltrattamenti, che andavano avanti da anni, avrebbero avuto il proprio culmine proprio il giorno dell'arresto, quando la convivente si era permessa di dare ragione alla ragazzina che voleva uscire dalla casa e ne aveva preso le difese di fonte all'uomo che si era scagliato sulla figlia. La donna era stata afferrata per il collo con entrambi le mani, fino a perdere il fiato.  

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