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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Pieve di Soligo / Via Gaetano Schiratti

Delitto Armelin, dall'autopsia emergono dubbi sulla versione dell'aggressore

Mohamed Boumarouan, il 36enne residente a Moriago della Battaglia accusato dell'omicidio preterintenzionale del pensionato, avvenuto a Pieve di Soligo la sera del 25 marzo, nelle dichiarazioni spontanee fatte agli inquirenti aveva parlato di due cadute dell'83enne. Ma dall'esame post mortem risulterebbero traumi che non compatibili con la ricostruzione del marocchino, che ora rischia di essere imputato di omicidio volontario

Lo spartito è lo stesso ma la musica cambia. C'è una incongruenza fra le dichiarazioni rilasciate al pubblico ministero Giulio Caprarola da Mohamed Boumarouan, il 36enne residente a Moriago della Battaglia accusato dell'omicidio preterintenzionale di Adriano Armelin, l'ex elettrauto in pensione di 83 anni che la sera del 25 marzo è massacrato di botte nella sua abitazione di via Schiratti a Pieve di Soligo, e le risultanza dell'autopsia. I colpi inferti all'anziano, infatti, che hanno prodotto delle lesioni craniofacciali, la lacerazione profonda del cuoio capelluto e quella a livello toracico addominale e del collo, non sono compatibili con la versione del marocchino.

« Abbiamo parlato un po' - erano state le parole dell'indagato - non so per quanto tempo, sarà stata forse un'ora. Poi però lui è scivolato sulle scale. E' stata una brutta caduta e il sangue gli usciva copioso dalla nuca. Poi è diventato aggressivo e abbiamo iniziato a discutere animatamente. Io, che ero annebbiato dall'alcol, gli ho dato una forte spinta che lo ha fatto cadere, questa volta con il volto, che ha colpito violentemente il pavimento». Poi il 36enne lo avrebbe legato e si sarebbe allontanato dalla casa, per poi tornare sul luogo dei fatti per verificare come stesse il pensionato e slegarlo. Ma il rumore del figlio che entrava in casa per sincerarsi delle condizioni del padre, che non rispondeva al telefono, lo avrebbero indotto a fuggire.

Secondo la Procura la storia raccontata da Boumarouan non spiegherebbe però il perchè di quei segni lasciati sul corpo di Armelin, in particolare la lesione sul torace e neppure quella a livello del collo. L'autopsia, inoltre, metterebbe in luce che l'83enne non sarebbe stato colpito con una bottiglia, come originariamente emerso nel corso delle prime indagini, ma presumibilmente con un altro corpo contudente, da cui i numerosi sopralluoghi compiuti dalla polizia scientifica.

Ora sul tavolo del pubblico ministero è attesa la relazione finale sul post mortem, che prenderà in considerazione anche il cervello della vittima. Da quelle risultanze, attese entro 90 giorni,  dipende anche l'imputazione di Mohamed Boumarouan, che potrebbe passare da omicidio preterintenzionale a volontario.

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