Certificato di malattia falso, l'Appello conferma il licenziamento
L'uomo, operaio presso la Casagrande srl di Santa Lucia di Piave, leader nel settore delle materie plastiche, avrebbe ottenuto a voce un certificato di cinque giorni ma il documento ne riportava soltanto due. Ribaltata la decisione del giudice di primo grado, che aveva annullato la sanzione dell'azienda e ordinato la riassunzione
Sul certificato c'erano due giorni di malattia ma il medico, al telefono, ne aveva dati cinque. Al sesto giorno, rientrato al lavoro, l'uomo è stato licenziato.
Il Tribunale di Treviso aveva quindi annullato il provvedimento dell'azienda, la Casagrande srl di Santa Lucia di Piave, leader nel settore delle materie plastiche, e ordinato la reintegra. Ma la Sezione Lavoro della Corte di Appello di Venezia ha ribaltato la prima pronuncia, ritenendo legittimo il licenziamento irrogato.
La vicenda risale al 2020 ma è stata risolta soltanto nei giorni scorsi. Nella sentenza d'Appello infatti il giudice ha riscontrato gli addebiti relativi all’uso di un atto falso e all’abbandono del posto di lavoro. È stato accertato che il lavoratore, rimasto assente senza giustificazione nei giorni 18, 19 e 20 marzo 2020 e rientrato a lavoro il lunedì 23 marzo, a richiesta di spiegazioni dell’azienda, aveva riferito di essere stato ammalato e che il medico, durante la visita avvenuta il precedente lunedì 16 marzo, gli aveva riferito di averlo messo in malattia fino a venerdì 20. Quindi, dal posto di lavoro, chiamava immediatamente il medico di base per avere spiegazioni sul perché il certificato del 16 l’avesse dato malato solo fino al giorno 17 e il medico, a giustificazione dell’assenza nei giorni successivi, redigeva immediatamente un secondo certificato medico, che attestava la malattia per i giorni 18, 19 e 20 marzo; poiché il certificato medico veniva emesso il 23 marzo, il medesimo indicava il lavoratore ammalato anche per quella giornata.
Il medico inviava quindi all’azienda il certificato in via telematica e il lavoratore, avendo appreso dal dottore che poteva stare in malattia anche quel giorno, lasciava il posto di lavoro a metà mattina.
L’azienda aveva però ritenuto falso il certificato, sia perché era stato emesso senza preventiva visita e in secondo luogo perché in quella giornata non sussisteva alcuna malattia, come comprovato dalla presenza in servizio del lavoratore sino a metà mattina.
I legali della Casagrande srl, gli avvocati Francesco Furlan e Luigi Fadalti hanno commentanto che "l’aver utilizzato un certificato falso sia stato idoneo a rompere il legame fiduciario che esprime disprezzo e noncuranza per l’organizzazione aziendale”.