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Cronaca Pieve di Soligo

Delitto Armelin, ora l'indagato rischia l'imputazione per omicidio volontario

Sono ancora al vaglio del pubblico ministero le risultanze dell'autopsia condotta sull'ex elettrauto di Pieve di Soligo, massacrato a botte il 25 marzo scorso nella sua casa di Pieve di Soligo. Tante le incongruenze emerse con il racconto del marocchino 36enne Mohamed Boumarouan, ritenuto il responsabile della morte dell'anziano

Sono ancora al vaglio della Procura la risultanze dell'autopsia effettuata lo scorso aprile su Adriano Armelin, l'ex elettrauto in pensione di 83 anni che la sera del 25 marzo sarebbe stato massacrato di botte nella sua abitazione di via Schiratti a Pieve di Soligo. Da come si determinerà il pubblico ministero Giulio Caprarola dipende il destino di Mohamed Boumarouan, 36enne marocchino residente a Moriago della Battaglia, che rischia una imputazione che, da omicidio preterintenzionale, potrebbe diventare omicidio volontario.

Pare infatti siano parecchie le incongruenze nella versione del 36enne, a partire dai colpi inferti all'anziano, che avrebbero prodotto delle lesioni craniofacciali, la lacerazione profonda del cuoio capelluto e quella a livello toracico addominale e del collo. Tutte ferite gravi che sarebbero incompatibili con quanto detto dal marocchino. «Abbiamo parlato un po' - erano state le parole dell'indagato - non so per quanto tempo, sarà stata forse un'ora. Poi però lui è scivolato sulle scale. E' stata una brutta caduta e il sangue gli usciva copioso dalla nuca. Poi è diventato aggressivo e abbiamo iniziato a discutere animatamente. Io, che ero annebbiato dall'alcol, gli ho dato una forte spinta che lo ha fatto cadere, questa volta con il volto, che ha colpito violentemente il pavimento». Poi il 36enne lo avrebbe legato e si sarebbe allontanato dalla casa, per poi tornare sul luogo dei fatti per verificare come stesse il pensionato e slegarlo. Ma l'arrivo del figlio che entrava in casa per sincerarsi delle condizioni del padre, che non rispondeva al telefono, lo avrebbe indotto a fuggire.

Secondo la Procura la storia raccontata da Boumarouan non spiegherebbe però il perché di quei segni lasciati sul corpo di Armelin, in particolare la lesione sul torace e neppure quella a livello del collo. L'autopsia, inoltre, avrebbe messo in luce che l'83enne non sarebbe stato colpito con una bottiglia, come originariamente emerso nel corso delle prime indagini, ma presumibilmente con un altro corpo contundente, da cui i numerosi sopralluoghi compiuti dalla polizia scientifica e dal Ris dei carabinieri e i cui risultati saranno sul tavolo del pubblico ministero entro qualche giorno.

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