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Cronaca Pieve di Soligo

Conservanti nella carne per salsicce, titolare di un salumificio condannata

Maria Bianco, del "Salumificio Bianco" di Pieve di Soligo, era accusata di aver aggiunto nitrati di potassio e di sodio. Il legale: «Sentenza incomprensibile, faremo appello»

Le salsicce come alimento fresco e non come prodotto. E' questa la differenza che per Maria Bianco, titolare del "Salumificio Bianco" di Pieve si Soligo, è valsa una condanna e due mesi e duemila euro di multa. La donna, che a processo era difesa dall'avvocato Gianluigi Morassutti del Foro di Pordenone, era accusata di aver messo nitrati come conservanti dentro alla carne per la preparazione della pietanza. 

La vicenda risale al 2018. Nel corso di una controllo di routine all'interno del salumificio vengono trovate partite di carne per salsicce che contiene di nitrati di sodio e di potassio. «E' carne fresca» contestarono gli ispettori. «No, quella carne serve per il confezionamento delle salsicce, che devono essere stagionate e quindi abbisognano di conservati, per altro del tutto innocui per la salute» fu la risposta data dal salumificio. Ma che cosa distingue una carne fresca da un prodotto? Secondo il giudice è l'esame esterno, cioè visivo, che determina la qualità. «Una sentenza incomprensibile - dice il difensore della donna - come si fa a dire che le salsicce sono un preparato fresco? La salsiccia deve essere sottoposta ad un certo processo, non è un alimento che si consuma velocemente e che quindi ha bisogno di sostanze conservanti. La decisione del giudice va peraltro in aperto contrasto con un caso del tutto simile accaduto in Friuli, in cui fu riconosciuta la qualità di "prodotto" e non di "fresco" di una partita esattamente dello stesso salume. Per questo, una volta lette le motivazioni della sentenza, ci riserviamo di presentare appello».

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