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Pio X e il bosone di Higgs: a scuola una lezione di vita con il ricercatore Ennio Salvioni

Il fascino di matematica e statistica per viaggiare incontro alla 'materia oscura', il tutto in una conferenza per spiegare se vale la pena di studiare la fisica

TREVISO Il bosone di Higgs, la nuova particella scoperta nel 2012 al Cern di Ginevra (Svizzera), è stata protagonista alla lezione di fisica tenuta in Auditorium agli studenti dei licei del Collegio Pio X da Ennio Salvioni, ricercatore oggi all’Università Tecnica di Monaco di Baviera (TUM). L’incontro rientrava nell’attività di orientamento alla scelta di studi e di vita professionale. “Sono rare in un secolo le scoperte che portano ad una svolta e al premio Nobel”, ha detto Salvioni, “e arrivano in media dopo decenni di ricerca. Al Cern di Ginevra sono stati costruiti l’acceleratore e il tunnel circolare lungo 27 chilometri proprio per dare la caccia alla particella di Higgs”, ha detto Salvioni, “portando la fisica ad una visione completa delle particelle. Ma solo in apparenza perché sono state formulate nuove domande che hanno rilanciato la ricerca e le motivazioni di migliaia di fisici a Ginevra e in tutto il mondo”.

Il giovane ricercatore (31 anni) è tra questi. Originario di Musile di Piave (VE), ha conseguito la maturità classica a San Donà, si è laureato in fisica a Padova ed ha successivamente svolto al Cern le ricerche per il dottorato sulla fisica delle particelle. Successivamente ha avuto un’esperienza di ricerca in California e ora a Monaco di Baviera. Una ‘carriera’ di studi offerta come paradigma di un possibile futuro alla valutazione dei giovani del Pio X. Le domande alle quali lui ora cerca risposta sono soprattutto sulla natura della materia oscura. “Sappiamo dagli effetti della gravitazione che la materia oscura esiste”, ha detto ai ragazzi, “ma nessuno l’ha mai incontrata e non possiamo ora sapere se mai la incontreremo. Il mio lavoro è quello di studiare la natura alle distanze più piccole mai raggiunte. Se per il bosone di Higgs ci son voluti più di quattro decenni di inseguimento, ma alla fine il traguardo c’era e si è raggiunto, per la materia oscura ci siamo messi in viaggio, con osservazioni, statistica e tanta matematica; centinaia di scienziati sono al lavoro, sapendo che i piccoli risultati intermedi danno forma al progresso della scienza anche se la grande scoperta dovesse non arrivare”.

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