rotate-mobile
Cronaca

L’anno che se ne va: il 2011 trevigiano in dieci punti

Lo stupro alla stazione, i pedofili del centro, gli scandali a sfondo sessuale, ma anche le elezioni amministrative e il promotore finanziario sparito con 6 milioni: i punti salienti del 2011

Lascia dietro di sé una lunga scia di tragedie e qualche scandalo il 2011 trevigiano. Dallo stupro alla stazione di Treviso al caso agghiacciante dei pedofili del centro, dai troppi incidenti stradali mortali ai numerosi suicidi, per lo più provocati da depressione e problemi finanziari. Ma il 2011 è stato anche un anno di scandali a sfondo erotico, di truffe colossali e di elezioni amministrative, che hanno visto vincitore Leonardo Muraro.

BOATI SUL FADALTO - Il 2011 inizia con la psicosi da terremoto. Sul Fadalto misteriosi quanto frequenti boati gettano nel panico la Marca e il Bellunese. Le scosse sono di piccola entità, di magnitudo inferiore a uno, ma sono sufficienti a far gridare al terremoto. Veggenti e sensitivi spuntano come funghi, annunciando un’imminente catastrofe, che di fatto non si avvera. Così, mentre su consiglio del capo della Protezione Civile Franco Gabrielli molti trevigiani si procurano kit di sopravvivenza in stile californiano, a Vittorio Veneto piovono denunce per procurato allarme. Fortunatamente la fine del mondo non accenna ad arrivare, ma nei mesi successivi la Marca viene scossa da terremoti di altra natura.

SI SUICIDA COME ROMEO - Il 2011 è stato senz’altro un anno costellato di suicidi, spesso motivati da problemi economici. I più recenti sono quelli di una ristoratrice di 43 anni, a Spresiano il 12 dicembre, e quello di un imprenditore trevigiano qualche notte fa, a Visnadello. Ma il suicidio che colpisce di più, forse, è quello avvenuto a Monigo a maggio. Una vicenda che sembra uscita da una tragedia shakespeariana.

Un quarantaquattrenne trevigiano, tossicodipendente, si impicca con i cavi di un’auto perché convinto di aver ucciso la sua ex compagna. Durante una discussione, condita da stupefacenti, ad un certo punto entrambi perdono i sensi. Lei si sveglia e vede l’uomo a terra svenuto, con una siringa piantata nel braccio. Presa dalla disperazione, lei tenta di farla finita impiccandosi con una corda da traino trovata in macchina. Ma lui si riprende e cerca di salvarla: le strappa di mano la corda colpendola, lei finisce a terra e sviene. Il quarantaquattrenne allora, ormai fuori di sé, prende la corda e si impicca, convinto di aver ucciso la ex compagna, che si riprenderà poco dopo, trovandolo senza vita.

pierina-nasatoINCIDENTI STRADALI - Lunga anche la lista degli incidenti sul lavoro e stradali, che hanno insanguinato l’anno che sta per andarsene. Fatalità, distrazione, manovre azzardate: sono molteplici le cause degli scontri che hanno provocato molti feriti, in qualche caso anche bambini, e alcuni morti.

L’ultimo incidente mortale in ordine di tempo è quello avvenuto a Monastier il 16 dicembre, nel quale ha perso la vita Pierina Nasato, 65 anni, di Quinto di Traviso. Nello scontro, avvenuto sulla provinciale 65, sono rimasti coinvolti mezzi e ferite tre persone, tra le quali il marito della donna morta, ricoverato all’ospedale Ca’ Foncello in gravi condizioni. Dalla ricostruzione fatta dalla Polizia, sembra che a causare la carambola mortale sia stato un sorpasso azzardato del marito di Pierina Nasato.

leonardo_muraro2-2LE AMMINISTRATIVE - L’evento politico dell’anno sono state le elezioni amministrative, tenutesi a maggio, che hanno visto la conferma di Leonardo Muraro a Presidente della Provincia di Treviso. Muraro, leghista appoggiato anche dal PdL, esce vincitore al primo turno con il 57,46 per cento dei voti, lasciandosi dietro le spalle l’esponente del centrosinistra Floriana Casellato, ferma al 32,86 per cento, Marco Zabotti del Terzo Polo con il 6,82 per cento; Antonio Guadagnini di Veneto Stato con l’1,53 per cento dei voti, il candidato di Rifondazione Comunista Silvano Lazzarin Rifondazione con lo 0,89 per cento e Sergio Padovan del Partito comunista dei lavoratori, con lo 0,40 per cento.

iole-tassitaniCASO TASSITANI - A luglio provoca non poco sdegno il nuovo capitolo dell’omicidio Tassitani. La Corte di Cassazione decide di ridurre la pena di Michele Fusaro dall’ergastolo a trent’anni. L’uomo era stato condannato per l’omicidio e la soppressione di cadavere di Iole Tassitani, rapita il 12 dicembre 2007 a Castelfranco Veneto. Il corpo della donna era stato ritrovato il 24 dicembre a Bassano del Grappa, nel garage di Fusaro, fatto a pezzi e conservato in un sacco della spazzatura.

PRATICHE SADOMASO E RISARCIMENTI - Passa l’estate, senza infamia né gloria e a settembre la Treviso perbenista arrossisce per due scandali, che mettono a nudo una città attratta e incuriosita da pratiche sessuali ardite.

Protagonisti della prima vicenda sono due coniugi, facoltosa ereditiera cinquantenne lei e affermato professionista di 53 anni lui. Una storia di tradimenti, risarcimenti e sesso sadomaso. I reiterati tradimenti di lei, infatti, causano non solo la fine del matrimonio ma anche gravi e dimostrati danni biologico-esistenziali a lui, che ottiene un risarcimento di centomila euro. Niente di strano. Se non fosse per i risvolti hard dei tradimenti della donna, che amava intrattenersi con un altro uomo in giochi erotici estremi a base di frustini, lattex e sculacciate. La scoperta dei passatempi sadomaso della moglie ha provocato al marito una profonda instabilità emotiva tale da impedirgli di lavorare e da fargli ottenere un lauto risarcimento.

SCAMBISTI A MOGLIANO - Più affollato il secondo scandalo settembrino, che svela il lato scambista della provincia. Esce in edicola, in edizione limitata, un video hard di novanta minuti dal titolo piuttosto esplicito: “Quei Porno Scambisti di Mogliano, Paese e Villorba”. E non si tratta di attori professionisti, ma di allegri cittadini che nella vita di tutti i giorni fanno l’imprenditore, l’infermiera, il meccanico, la commessa, l’artigiano, la barista o il commerciante. Quattro coppie sposate, tutte trevigiane, che nel tempo libero si ritrovano nei locali per scambisti del Veneziano. E tutte offertesi volontarie, smaniose di mostrare al pubblico i loro momenti di trasgressione.

stupro-trevisoSTUPRO ALLA STAZIONE - Negli ultimi mesi dell’anno Treviso perde il sorriso e fa i conti con mostri e orchi. Sono circa le 7 del mattino del 24 ottobre, quando una studentessa di 20 di Treviso viene aggredita da un giovane sudamericano mentre si dirigeva verso i binari della stazione.

L’uomo, armato di coltello, la trascina tra gli arbusti di un cortile condominiale, a pochi metri dal sottopasso ferroviario, puntandole un coltello alla gola. Minuti di terrore e violenza, interrotti dall’arrivo di un’altra ragazza. Grazie agli indumenti lasciati sul luogo dello stupro e ai filmati delle telecamere di videosorveglianza, l’aggressore viene identificato e fermato in Francia il 3 novembre: il suo nome è Julio Cesar Aguirre Zuluaga, colombiano di 26 anni residente nel Trevigiano. La giovane vittima è ancora in attesa che giustizia sia fatta. Zuluaga, infatti, si trova tutt’ora a Parigi, dove sta tentando di rimandare il più a lungo possibile la sua estradizione.


PEDOFILI DEL CENTRO - Circa un mese dopo la città è scossa dalla raccapricciante vicenda dei pedofili del centro storico. Vengono fermati dalla Polizia per prostituzione minorile e atti sessuali con minorenni due noti commercianti, di 65 e 67 anni.

L’agghiacciante storia, che andava avanti da anni, è emersa grazie alle indagini iniziate a marzo, dopo che alcuni assistenti sociali avevano scoperto dei minorenni, di età compresa tra i 12 e i 14 anni, si prostituivano con uomini italiani in cambio di denaro. Sarebbero almeno una quindicina le vittime dei due orchi, sia maschi che femmine, tutte di nazionalità straniera. Gli incontri avvenivano nei negozi e nelle abitazioni dei due, che prima della frequentazione dei minorenni non si conoscevano. A uno dei due sono stati contestati dieci capi d’imputazione, tra i quali prostituzione minorile, atti sessuali con minorenne e violenza sessuale; il secondo, invece, è accusato tra l’altro di aver impiegato strumenti stimolatori. I due uomini si trovano ora agli arresti domiciliari, mentre la Questura di Treviso indaga su un terzo orco.

credit-suissePROMOTORE FINANZIARIO SPARISCE CON 6 MILIONI - Tra ottobre e novembre, però, i riflettori si accendono sul centro storico anche per un’altra vicenda. Finanziaria, questa volta. Il 18 ottobre, infatti, la Credit Suisse, che ha una filiale in piazza Crispi, presenta una richiesta di sequestro conservativo di tutti i beni intestati a un suo ex dipendente. L’uomo, un promotore finanziario di 50 anni sembra essersi volatilizzato insieme a qualcosa come sei milioni di euro. Investimenti troppo disinvolti, denaro altrui impiegato per operazioni non concordate e mai restituito: non è chiaro come l’uomo sia riuscito creare un buco di tale entità. Ma di certo non sono pochi i trevigiani che gli avevano affidato i loro risparmi e che si sono ritrovati in braghe di tela. Il caso viene definitivamente alla luce a novembre e, nel frattempo, si scopre anche che il promotore non è sparito, ma si nasconde dai creditori in attesa del processo.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L’anno che se ne va: il 2011 trevigiano in dieci punti

TrevisoToday è in caricamento